26/09/19

Il rispetto per la Natura raccontata ai bambini con i libri del Ciliegio



Domani, venerdì 27 settembre, milioni di giovani manifesteranno nelle piazze di 150 nazioni, aderendo così al Climate Action Week: sarà il terzo sciopero globale per il clima che sta riuscendo nell’impresa di sensibilizzare, a livello planetario, l’umanità sui pericoli dei cambiamenti climatici causati dall’inquinamento ambientale. Il surriscaldamento della Terra, dovuta all’antropizzazione, è un fenomeno che gli scienziati denunciano da anni. Molto si è fatto per cercare di arginare l’emergenza, basti pensare a come è cambiato il nostro modo di raccogliere i rifiuti con la raccolta differenziata che consente di riciclare molti materiali. Più in grande, l’Accordo di Parigi del 2015 ha impegnato molti stati che fanno parte delle Nazioni Unite a ridurre, entro il prossimo anno, l’emissione di gas con una serie di azioni. Ma sia la raccolta differenziata nel suo piccolo sia l’Accordo di Parigi non sembrano essere sufficienti a far sì che il pianeta possa realmente far fronte ai gravi problemi che lo riguardano.

Ciò che viene messo in gioco in questa sfida contro l’inquinamento generato dall’uomo è il futuro dei giovani e sono proprio i giovani che stanno mobilitandosi, anche grazie all’esempio di Greta Thunberg, per scongiurare quel “punto di non ritorno” fissato al 2030 che significa che la Terra potrebbe non essere più in grado di rigenerarsi. Questa sfida non è passata sotto il naso del Ciliegio senza essere giustamente notata. Infatti, da tempo, la casa editrice comasca pubblica libri per bambini che educano al rispetto dell’ambiente e della Natura.


Tra questi libri troviamo il racconto di Sandra Dema intitolato Orso sulla barca rossa, pubblicato nel giugno del 2016: un piccolo orso bianco è alla deriva su una “barca” di ghiaccio che si sta sciogliendo, in suo aiuto arriverà Lorenzo, un bambino coraggioso.
Questo profondo libretto pone l’accento sulla distruzione costante dell’ambiente e sullo scioglimento della calotta polare, e ci ricorda come un gesto sensibile e responsabile da parte di ogni singolo uomo potrebbe contribuire a risollevare la sorte del creato.


È invece di Mary Griggion il volume intitolato Linzichichè il succo migliore che c’è, pubblicato nell’ottobre del 2016: Scaraventata sulla sponda di un fiume, la bottiglietta di plastica riciclabile Linzichichè, progettata per contenere il succo di frutta migliore che c’è, rimane incastrata tra due tronchi. Così lei, destinata a essere riciclata, adesso rischia di inquinare l’ambiente. Dopo varie peripezie, Linzichichè viene raccolta dallo stesso bambino che l’aveva buttata, ma questa volta il piccolo non fa lo stesso errore e, su indicazione della mamma, la mette nel raccoglitore della plastica. È fatta. Linzichichè viene riciclata e diventa prima un pile, poi una sediolina gialla e poi ancora… il suo destino di plastica riciclabile è salvo.
Il riciclo della plastica e la tutela dell’ambiente si fanno argomenti a portata di bambino in questo racconto costruito su immagini briose, ispirate da un testo simpatico, attraente, chiarissimo, animato dalla semplicità.


Bio la patata ammalata è un libro pubblicato nel novembre 2016 e scritto da Anna Maria Civati:
Una tenera patata novella non riesceproprio a dormire da quando al mercato le hanno detto che èammalata perché non è biologica. La poverina non si dà pace e capisce che per lenire la sua inquietudine c’è un unico modo: scoprire la verità sulla sua malattia.
La scrittura garbata impegna le pagine con un racconto sull’importanza di rispettare la terra agendo in comunione con la natura, nella consapevolezza che il rispetto per ogni singola zolla è un atto d’amore nei confronti dell’umanità tutta.


Del luglio dell’anno scorso è la storia di Cristiana Iannotta intitolata La spiaggia dell’amicizia: Tema infatti l’obiettivo che i personaggi raggiungeranno alla fine della storia non sarà solo una duratura amicizia, ma anche il fatto di aver reso di nuovo bella e pulita una spiaggia prima piena di rifiuti.
del racconto sono le relazioni che si instaurano nella vita di un bambino, tanto quelle positive quanto quelle negative. Altro tema portante del testo è il rispetto della natura.




Di quest’anno, pubblicato nel maggio del 2019, è il libro bilingue, italiano-inglese, scritto da Liliana Sghettini e intitolato Giorgino non sprecare: Giorgino, viziato e prepotente, pretende di avere mille giocattoli, che poi finiscono sempre in disordine e inutilizzati. Quando però la fata della Natura lo porta a vedere un‛enorme montagna maleodorante di oggetti e giocattoli scartati, Giorgino inizia finalmente a comportarsi in modo diverso. 
Questo libro ha lo scopo di incoraggiare i bambini a non sprecare.




07/09/19

Nel 2013 Il Ciliegio pubblica il libro “Come ai tempi di Erode”. Le analogie, sei anni dopo, tra ciò che Salvatore Di Grazia ha raccontato nel suo libro e l’inchiesta di Reggio Emilia “Angeli e Demoni”.


L’estate 2019 che sta inesorabilmente finendo, non sarà ricordata solo per la rocambolesca crisi di governo che ha capeggiato in tutte le prime pagine dei nostri giornali, ma anche per i fatti di Bibbiano, comune entrato nell'inchiesta “Angeli e Demoni” della Procura di Reggio Emilia. Un’inchiesta sconvolgente, che sta portando alla luce un sistema di affidi illeciti di minori da parte di persone dalle quali ci si aspetterebbe ben altro. Non è ovviamente il caso di generalizzare, una o più mele “corrotte” non sono sufficienti per demolire il lavoro e la professionalità di tanti operatori sociali che lavorano a stretto contatto con famiglie e bambini e che si prodigano per dare loro la giusta assistenza. Tuttavia, quando Anna Colombo, una delle nostre editor più capaci, si è ricordata del lavoro che aveva svolto nel 2013 insieme all'avvocato Salvatore Di Grazia, dando alla luce per le Edizioni Il Ciliegio il libro Come ai tempi di Erode - Le prassi anomale della giustizia minorile, non ho resistito a chiederle un approfondimento; approfondimento che è stata lieta di inviarmi dopo essersi nuovamente confrontata con l’avvocato Di Grazia. Nel 2013, in tempi ancora non sospetti, l’autore di Come ai tempi di Erode aveva già chiaro come certe anomalie giudiziarie potevano essere distanti dalla realtà dei fatti.
Vi proponiamo, dunque, questo contributo. Buona lettura.

i.b.

di
Anna Colombo

Ai miei occhi, il ruolo dell’assistente sociale ha sempre avuto, fin da quando ero ragazzina, un valore positivo.
Nella mia famiglia e nella cerchia degli amici, infatti, c’erano allora e ci sono ancora oggi persone occupate con passione e onestà in questo settore della pubblica amministrazione.
Sono incappata per la prima volta nella rappresentazione dell’assistente sociale come una persona malevola e umorale, vedendo, tanto tempo fa, un film con Francesco Nuti e Ornella Muti che all'epoca aveva riscosso un certo successo: era piena di pregiudizi, pronta a togliere senza troppi scrupoli un bambino al padre e ovviamente “acida” e donna, se ci fosse bisogno di precisarlo.
Uno stereotipo, avevo riflettuto, una figura molto ben interpretata e che funzionava perfettamente ai fini dello svolgimento della trama.
Nella mia mente quella stessa figura si è riaffacciata molti anni dopo, quando ho avuto occasione di collaborare con l’avvocato Salvatore Di Grazia alla revisione del suo libro Come ai tempi di Erode - Le prassi anomale della giustizia minorile: un testo che mi aveva molto colpita perché, chiaramente, non mi trovavo più davanti alla rappresentazione di stereotipi, bensì in presenza del racconto dettagliato e circostanziato di un caso di allontanamento di minori dalla famiglia, un caso pieno di elementi controversi e ambigui.
Così, in questi giorni, all'esplodere delle notizie su Bibbiano, mi è tornato alla memoria, suscitando in me ancora una volta il desiderio di capire meglio e fare chiarezza, quel libro pubblicato da Edizioni il Ciliegio nel 2013, in tempi decisamente non sospetti, lontano da qualsiasi volontà di strumentalizzare un doloroso episodio di cronaca.
Ho pensato allora di chiedere all'avvocato Di Grazia di aiutarmi a comprendere se esistono e quali sono i punti di contatto tra le vicende attuali e quanto da lui raccontato nel libro. Riporto la sua riflessione, a beneficio di tutti i lettori che si pongono delle domande su questi fatti, caratterizzati da una complessità che il clamore mediatico tende spesso più ad appiattire che a dipanare.

Come ai tempi di Erode.
Le prassi anomale della giustizia minorile 
«La vicenda descritta nel libro Come ai tempi di Erode - Le prassi anomale della giustizia minorile è, come quelle della Val d’Enza, il paradigma delle deviazioni e delle anomalie della giustizia minorile nella gestione dei casi di sottrazione di bambini alla loro famiglia. Sono casi che, spacciati come esempi di buona amministrazione, evidenziano un problema di mancata tutela dei diritti umani. 
Le analogie tra il caso della mamma alla quale furono sottratti in una mattina d’autunno tre bambini e quelli delle mamme di Bibbiano è impressionante: i provvedimenti del giudice arrivano come un fulmine a ciel sereno in qualsiasi momento sulla vita delle persone, senza che i diretti interessati sappiano con precisione le ragioni e i presupposti di quel che sta loro capitando. Nessuna garanzia processuale, dunque, nemmeno la possibilità di ricorrere a un giudice superiore contro provvedimenti provvisori che durano anni. 
Il libro racconta una storia vera come quelle della Val d’Enza: la vicenda di una mamma finita nel tritacarne di un’indagine degna della caccia alle streghe, solo perché una giovane maestra aveva segnalato un’ecchimosi sulla gamba di una delle figlie.
Le colleghe più anziane, sentite dall'assistente sociale, relazionano in termini positivi riguardo alla condotta della madre, ma ciò non basta a fermare l’infernale meccanismo in movimento.
Solo dopo la sottrazione dei figli, la madre scopre, leggendo il decreto, che i tre minori (rispettivamente di undici, nove e sette anni) le sono stati tolti per ordine di un giudice e sono stati internati in una struttura segreta. Scopre anche che i servizi sociali, in aggiunta all'accusa fondata sull'ecchimosi, la incolpano di non essere in grado di fare bene la madre: è “disaffettiva e poco adeguata, i minori portano i segni della deprivazione affettiva”. Le assistenti sociali le annunciano che la sua audizione è già stata fissata per il 19 maggio dell’anno successivo, quindi, molti mesi dopo.»

Concludo proseguendo con le parole dell’avvocato Di Grazia, e con il suo stesso auspicio finale:

«Come ai tempi di Erode è come un grimaldello per entrare nel sistema di giustizia minorile e spiegare tutto quello che non funziona. Per esempio, i principi di civiltà giuridica, tra quali il diritto di difesa, non sono rispettati nonostante le innovazioni legislative del giusto processo.
Il testo contiene una summa degli abusi procedurali, commessi dai giudici in simbiosi con gli operatori sociali, che si ripetono continuamente nello svolgimento della vicenda.
Si tratta di uno strumento prezioso, scritto profeticamente in epoca non sospetta, immune dal rischio di strumentalizzare e da quello di essere strumentalizzato. Può aiutare a capire quanto di profondamente sbagliato sussiste nella nostra giustizia minorile, ma è anche una sorta di manuale di comportamento per chi abbia a che fare con i servizi sociali e i giudici del settore.
L’auspicio era che i politici di ogni colore ne prendessero coscienza: forse è la volta buona.»


Anna Colombo vive e lavora in provincia di Como.
Nel 2000, conseguita la laurea in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla simulazione del parlato nella commedia dell’arte (della quale un estratto è stato pubblicato su ACME, Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia), lavora per un breve periodo presso la Big Chief di Gallarate (Varese), una piccola casa editrice di testi didattici multimediali per bambini.
Nasce qui la sua passione per l’editoria dedicata all'infanzia, che la spinge a partecipare tra il 2002 e il 2006 ad alcuni concorsi letterari ottenendo premi e riconoscimenti, con pubblicazione dei racconti premiati nelle relative antologie: Un Prato di Fiabe (segnalazione nel 2002 e primo premio nel 2003), Castel Ritaldi, paese delle fiabe (secondo premio nel 2003), Una favola per la pace (segnalazione nel 2006).
A questo interesse affianca quello per il mondo del no profit e del volontariato, e la frequentazione di corsi post laurea dedicati alla scrittura.
Lavora intanto come assistente di redazione presso La Stampa, IlSole24ORE, Ediblu, nonché come autrice e collaboratrice esterna per Xenia Edizioni, con cui pubblica Gli stili di vita sostenibili (2005) e Il manuale del consumatore consapevole (2011).
Dopo aver frequentato la Scuola di Editoria Piamarta di Milano, ha collaborato come correttrice di bozze con Euro Publishing e Foto Edizioni e, dal 2009, lavora alla revisione di testi per Edizioni il Ciliegio, con cui ha anche pubblicato, nel 2015, il libro per ragazzi Johnny Porcospino.

Salvatore Di Grazia, nato a Capodistria nel 1945, vive a Rimini, dove esercita la professione di avvocato matrimonialista in utroque, nei tribunali civili ed ecclesiastici. Ha svolto attività didattica e di ricerca in Diritto Canonico ed Ecclesiastico presso varie Università, per ultima quella di Bologna. Ha prodotto diverse pubblicazioni di argomento giuridico.