Ai loro occhi (intendo quelli dei ragazzi poco più che
adolescenti) il mondo è pieno di opportunità e di sofferenze inimmaginabili.
Anche se queste opportunità si riducono a una gita scolastica in una città
europea e le sofferenze ai fraintendimenti tra fidanzati postati nelle chat dei
social. Alle volte è sufficiente una virgola sbagliata per cambiare il senso di
una frase, una visualizzazione senza risposta per scatenare la tragedia. Il
sentire dei giovani è sempre amplificato, ma non per questo meno intenso di
quello degli adulti che ogni tanto dovrebbero ricordarselo.
I figli che scrivono (in particolare le figlie) come Sofia Viscardi e Alex Astrid parlano poco degli adulti perché si rendono conto che non sempre i “grandi” possono davvero aiutare i personaggi dei loro libri. Anzi, alle volte sono proprio gli adulti la causa degli smarrimenti dei giovani. In Vuoi conoscere un casino? Riccardo, il biondo studente di un istituto alberghiero, bello e ribelle di cui si innamora Gió (con la ó chiusa), alter ego dell’autrice, ha un rapporto al limite della violenza con il proprio padre. Un rapporto che lo destabilizza e lo rende impenetrabile e sfuggente nonostante le attenzioni della protagonista. Tuttavia, anche se gli adulti sono defilati nel libro di Astrid, il ruolo della famiglia è di fondamentale importanza. È come se nel processo di crescita di Gió, la consapevolezza di poter contare su una rete di affetti familiari la mettesse al riparo dai vortici più insidiosi della vita. E poi c’è il tema della morte che aleggia in tutto il romanzo senza prendere però il sopravvento, perché Vuoi conoscere un casino? non è e non vuole essere un romanzo triste. Gió scrive alla cugina Martina e ogni giorno le racconta la sua vita e quella delle persone a lei vicine, ma Martina è morta in un incidente stradale. Così Martina, punto di riferimento virtuale, si trasforma via via nella coscienza di chi le scrive.
Infine, diciamolo pure, forse le storie scritte da questi
ragazzi saranno pure delle storielle, dove i problemi che devono affrontare
sono amari come caramelle allo zucchero rispetto a quelli degli adulti, ma
diciamo anche che questi giovani, pur nella loro spocchiosa presunzione, hanno
più sete e più fame e possono ancora permettersi di sognare mentre molti
adulti: cinici, imbruttiti e brontoloni, ai sogni ci hanno rinunciato da tempo.
Ivan Bavuso
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