26/09/16

L'anoressia, un male subdolo che può essere vinto

L’anoressia è una malattia subdola, che s’insinua nella psiche delle persone modificandone la vita e che alle volte può avere anche conseguenze drammatiche. Marta Zanni, autrice del romanzo “Vittoria!”, in questo interessante articolo scritto per Il Ciliegio, descrive bene il presentarsi dei sintomi dell’anoressia e spiega dove e come e a chi chiedere aiuto.

Marta Zanni
L’anoressia è una malattia subdola, uno di quei serpenti che s’insinuano in silenzio nella quotidianità. Non ci si accorge di soffrirne e a volte si arriva a negare l’evidenza di esserne affetti. Nessuno sa dare una data certa d’inizio della malattia. In realtà ci si chiede spesso se esista una partenza, o se si nasca con dentro il seme di quella gramigna.
Nella stragrande maggioranza dei casi si comincia usando il cibo come arma per attirare l’attenzione su di sé. Importante è sottolineare che non ci si ammala volontariamente: a volte è come un voler attraversare la strada consci che un tir stia arrivando a gran velocità, ma altrettanto sicuri che noi saremo più scaltri e nessuno si farà male. Purtroppo ci si trova spesso a venire spiattellati al suolo.
Ridurre le quantità di cibo non basta più: si cominciano a saltare i pasti, a star bene con se stessi solo se si avverte la sensazione dello stomaco che si auto digerisce. L’asticella si alza sempre di più: ogni risultato raggiunto deve essere superato perché diventa subito insufficiente. La caparbietà con cui si cerca l’attenzione degli altri senza comunicare i propri sentimenti, se non attraverso il digiuno o il vomito, si acutizza. Da qui una cascata di sintomi di varia natura: manie di controllo del peso, ripetizione delle azioni, tentativi di raggiungere un’ipotetica e inesistente perfezione che ci farà cessare qualsiasi sofferenza. Tutto è però solo un vortice che porta inesorabilmente ad annientare  corpo e mente, lasciando a brandelli certezze e affetti.
Lo specchio diventa il solo amico del quale fidarsi, ma allo stesso tempo si trasforma in un sadico aguzzino capace di farci vedere ciò che in realtà non è. Le aberrazioni visive cominciano a farsi spazio tra le sinapsi, facendo percepire enorme la figura riflessa che abbiamo di fronte. L’ansia cresce perché un corpo non perfetto non può appartenere a chi soffre di anoressia o di bulimia. È come se si cercasse di usare il proprio involucro per trovare la sicurezza che all’interno di se stessi non si riesce a scorgere.
Proprio per il suo mescolarsi silenzioso con abitudini quotidiane, non ci si accorge della tenaglia che subdola porta a soffocare la vita. Sono familiari, amici e insegnanti a comprendere che c’è qualcosa che non va. Cercare tempestivamente aiuto ai primi segnali potrebbe essere sintomo di una guarigione repentina, un riportare nella giusta rotta il proprio caro. Più si lascia trascorrere il tempo, maggiore è il rischio che la patologia si mescoli con la persona, diventando un tutt’uno. Risulta difficile, infatti, estirpare abitudini consolidate negli anni: per affrontare la patologia ormai cronicizzata è necessario sconvolgere le abitudini del soggetto, che avvertirà certamente l’ansia di far scomparire con un colpo di spugna tutti gli atteggiamenti che quotidianamente gli suscitavano un senso di sicurezza.
Esistono centri specializzati ai quali rivolgersi anche solo per un semplice sospetto di essere affetti da un qualsiasi disturbo alimentare, attivi anche per consulenze a parenti e amici bisognosi di chiarimenti o indicazioni. Da segnalare il sito www.disturbialimentarionline.it, dove viene raccolta la mappatura delle strutture dedicate ai DCA in Italia. Effettuando una semplice ricerca filtrata anche per regione e provincia, si potranno trovare i recapiti di ambulatori, day hospital, ricoveri ospedalieri e riabilitazione residenziale sia pubblici sia privati.
Lo scoglio principale da superare è il timore di parlarne: rivolgendosi a professionisti che lavorano quotidianamente per combattere il problema farà sentire a proprio agio paziente e familiari. All’interno di strutture specializzate scomparirà il timore di essere etichettati: i medici sapranno parlare la lingua giusta e la possibilità di confrontarsi con persone affette dallo stesso disturbo potrà creare sinergie per la propria rinascita.


Edizioni Il Ciliegio

Marta Zanni è nata a Torino nel 1975 e risiede a Venezia, dove lavora come impiegata in banca. Con le sue opere è stata finalista in vari concorsi letterari. Ha partecipato a Masterpiece, reality sul mondo della scrittura andato in onda su Rai 3. “Vittoria!” è il suo romanzo d’esordio, seguirà il romanzo “Il coraggio del disertore” che sarà pubblicato nel marzo del 2017. Collabora con un'associazione che si occupa di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi causati dai disturbi alimentari.






1 commento:

  1. Ho sofferto di una leggera forma di bulimia tra i 18 ed i 21 anni, ne sono venuta fuori grazie all'aiuto di una Psicologa Parma che mi ha seguita in maniera amorevole.

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