di Viviana Bardella
Con
l'avvento dei social network, la parola amicizia è sulla bocca o meglio, sulle
tastiere di tutti.
Chi non
è iscritto a Facebook o Twitter, divenuti negli ultimi anni dei veri e propri status symbol, è praticamente fuori dal
mondo.
Un
eremita impossibilitato a comunicare con chi lo circonda.
Si
postano stati d'animo, foto e avvenimenti, in attesa di riscuotere quanti più
like possibili.
Si
lasciano scie di cuoricini o emoticon
sorridenti sulle bacheche di benemeriti sconosciuti, ostentati come amici ma
che in realtà non riconosceremmo nemmeno, semmai capitasse d’incrociarli per
strada.
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Martedì libera uscita |
Pur di
scrivere qualcosa ci si improvvisa poeti, esperti di politica, allenatori di calcio e, quando da scrivere
resta ben poco, si caricano le foto della torta fatta in casa, avendo cura di
specificare che la ricetta è la stessa usata da nonna Papera nel numero xxx di Paperino & Company.
Si
ricevono e si mandano centinaia di richieste d'amicizia, perché tutto diventa
più facile attraverso una tastiera. Le emozioni si celano e si può diventare
chi si è sempre desiderato essere. Insomma, un mondo popolato da molti
personaggi e da poche persone. Un circolo vizioso e virtuale che condiziona le
nostre vite, tanto più che a un certo punto sarebbe meglio frenare la corsa e
chiedersi: ma come funzionava prima?
Semplice...
prima era tutto reale!
Gli
amici erano coloro che si vedevano ogni giorno a scuola, che venivano a casa a
fare i compiti, che si andavano a chiamare, usando il buon vecchio citofono.
Quelli
con i quali si trascorreva la giornata, tra una partita di pallone e una
passeggiata in bicicletta.
Gli
stessi con cui si litigava per un’inezia o magari ci si confidava per
conquistare il ragazzo o la ragazza che ci faceva battere il cuore.
Prima
c'erano le cosiddette compagnie. Un gruppo di quindici, venti o più persone,
che il sabato o la domenica pomeriggio andavano al cinema o in discoteca. Che
si riunivano a casa di qualcuno (di solito stipati in una minuscola cameretta),
per giocare al gioco della bottiglia.
Prima...
quando il terzo millennio era ancora un futuro lontanissimo.
Quando
nessuno immaginava che potesse segnare e cambiare tanto profondamente il modo
di comunicare e interagire con le persone.
Prima...
quando abbracciare un amico aveva ancora un senso e, in quell'abbraccio, vi si trovava tutta la solidarietà di cui si
aveva bisogno.
Quando
le partite di Risiko duravano intere settimane e il tabellone, sul tavolo,
diventava tutt'uno con l'arredamento.
Quando
un bicchiere di vino in cartone sembrava buonissimo, solo perché lo si beveva
in compagnia.
Prima...
quando Gino Paoli cantava: "Eravamo quattro amici al bar, che volevano
cambiare il mondo..."
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Martedì libera uscita...si salvi chi può Secondo romanzo di Viviana Bardella che ha per protagoniste 4 simpatiche e confusionarie amiche. In uscita nelle librerie in questi giorni di novembre |
Viviana Bardella è nata a Milano nel 1973, città dove attualmente vive, in compagnia
della sua famiglia. Da sempre appassionata di letteratura, accanita lettrice di
libri di ogni genere, nel 2012 realizza il suo sogno nel cassetto e pubblica il
suo primo romanzo: AAA Principe Azzurro Cercasi, seguito da Ho
sposato il principe... ridatemi il rospo (2014) e Martedì liberauscita (2015) e Martedì liberauscita… si salvi chi può (2016)