In una società sempre più sfaccettata e
dove i ruoli all’interno della famiglia non sono più quelli tradizionali del
secolo scorso, sempre più genitori si pongono delle domande che riguardano l’educazione
dei propri figli. Laura Romano, nei suoi libri, offre spesso delle linee guida
che affondano le radici nell’analisi sociologica e pedagogica della vita
quotidiana.
Il suo libro Paterno, paternità, padre ha ottenuto nei giorni
scorsi il marchio della MicroEditoria di Qualità a Chiari. Di seguito vi proponiamo un articolo che Romano ha scritto appositamente per il blog de Il Ciliegio.
Paterno, paternità, padre |
Ormai
da alcuni decenni, l’informazione, la letteratura scientifica, il senso comune
segnalano l’assenza del padre, della sua figura e del suo ruolo e la mancanza
di quello che viene definito il codice paterno – ovvero un particolare stile e
approccio educativo – in famiglia come nelle istituzioni formative ed educative
(in primis, la scuola); ovviamente, a
tale assenza, a tale mancanza fanno da correlato atteggiamenti e comportamenti
di bambini e ragazzi che inquietano e, talvolta, allarmano genitori, insegnanti
ed educatori.
Sempre
più spesso si sente parlare di generazioni del “tutto e subito”, di ragazzi
privi non soltanto di valori, ma anche di progettualità, di obiettivi, nei
quali sembrano non radicarsi mai autonomia, autoreferenzialità e senso di responsabilità
personale, quasi si trattasse di un vuoto etico incolmabile.
Il
passo successivo è quello di affermare, sconsolati, che è venuta meno la
società educante; a partire dalla famiglia e via via facendo riferimento ad
ogni altro contesto nel quale le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi
trascorrono il loro tempo, fanno le loro esperienze, si confrontano con un
sociale via via più allargato e complesso, l’amara constatazione è che qualcosa
di estremamente rilevante sia andato perduto.
Ma
cosa, esattamente?
A
mio avviso, ciò che è andato perduto – o, meglio, che risulta carente, in modo
più o meno marcato – è appunto il codice paterno.
Una
precisazione appare essenziale: il codice paterno non attiene soltanto
all’uomo/padre, bensì è presente – evidentemente – anche nella donna/madre
(così come viceversa); il codice, infatti, va inteso come un particolare stile
educativo, come un peculiare approccio pedagogico, come la volontà e la
capacità di porsi in relazione offrendo alcuni elementi imprescindibili per un
armonico sviluppo della personalità.
Se
il codice materno – essenziale, soprattutto nelle prime fasi di vita del
bambino – offre accoglienza, contenimento, supporto, soddisfacimento dei
bisogni, amore incondizionato, protezione…. – il codice paterno insegna che vi
sono limiti e regole, che occorre provarsi anche nelle difficoltà, tollerare le
frustrazioni e le fatiche cui la vita inevitabilmente espone; che è necessario
saper differire la gratificazione e impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi;
il codice paterno richiede di mettere in gioco capacità, competenze, abilità e
di impegnarsi per gestire i propri punti di debolezza, ovvero indica la via per
costruire un’autentica autostima.
Il
codice paterno educa alla reciprocità, all’autonomia, all’autoreferenzialità e,
soprattutto, all’assunzione di responsabilità, senza scorciatoie che cancellino
le delusioni, gli inevitabili fallimenti, le frustrazioni, gli errori.
L’assenza
- o la carenza - di tale codice, dunque, produce personalità fragili e,
contemporaneamente, pretenziose, convinte che tutto sia dovuto, che ogni
bisogno possa essere soddisfatto, che la fatica e l’impegno personale non siano
richiesti o necessari.
È in
questo senso, quindi, che c’è bisogno di padre, del suo ruolo, della sua figura
educativa; il codice paterno, evidentemente, è complementare a quello materno,
ma altrettanto indispensabile se si desidera accompagnare nel loro percorso le
donne e gli uomini di domani.
Laura Romano |
Laura
Romano Laura
Romano è nata a Como nel 1969. Laureata in Lettere Moderne e in Scienze
dell’Educazione, svolge attività libero professionale in qualità di consulente
educativa e formatrice. Lavora presso il proprio studio privato di consulenza
pedagogica e svolge collaborazioni professionali presso vari Enti pubblici e
privati in aree e ambiti differenti (salute mentale, infanzia, adolescenza,
terza/quarta età). Particolarmente interessata alle tematiche relative
all’adolescenza e alla femminilità, ha pubblicato Sereno variabile. Ascoltare
gli adolescenti e capire quando preoccuparsi; Lividi. Storie di donne ferite;
Come le fasi della Luna. Pedagogia della femminilità. Con Edizioni Il Ciliegio
ha pubblicato La fiaba e la figura femminile e Giochi e giocattoli.
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