15/11/16

Il codice paterno insegna a costruire l’autostima dei nostri figli

In una società sempre più sfaccettata e dove i ruoli all’interno della famiglia non sono più quelli tradizionali del secolo scorso, sempre più genitori si pongono delle domande che riguardano l’educazione dei propri figli. Laura Romano, nei suoi libri, offre spesso delle linee guida che affondano le radici nell’analisi sociologica e pedagogica della vita quotidiana.
Il suo libro Paterno, paternità, padre ha ottenuto nei giorni scorsi il marchio della MicroEditoria di Qualità a Chiari.  Di seguito vi proponiamo un articolo che Romano ha scritto appositamente per il blog de Il Ciliegio. 

Paterno, paternità, padre
Ormai da alcuni decenni, l’informazione, la letteratura scientifica, il senso comune segnalano l’assenza del padre, della sua figura e del suo ruolo e la mancanza di quello che viene definito il codice paterno – ovvero un particolare stile e approccio educativo – in famiglia come nelle istituzioni formative ed educative (in primis, la scuola); ovviamente, a tale assenza, a tale mancanza fanno da correlato atteggiamenti e comportamenti di bambini e ragazzi che inquietano e, talvolta, allarmano genitori, insegnanti ed educatori.
Sempre più spesso si sente parlare di generazioni del “tutto e subito”, di ragazzi privi non soltanto di valori, ma anche di progettualità, di obiettivi, nei quali sembrano non radicarsi mai autonomia, autoreferenzialità e senso di responsabilità personale, quasi si trattasse di un vuoto etico incolmabile.
Il passo successivo è quello di affermare, sconsolati, che è venuta meno la società educante; a partire dalla famiglia e via via facendo riferimento ad ogni altro contesto nel quale le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi trascorrono il loro tempo, fanno le loro esperienze, si confrontano con un sociale via via più allargato e complesso, l’amara constatazione è che qualcosa di estremamente rilevante sia andato perduto.
Ma cosa, esattamente?
A mio avviso, ciò che è andato perduto – o, meglio, che risulta carente, in modo più o meno marcato – è appunto il codice paterno.
Una precisazione appare essenziale: il codice paterno non attiene soltanto all’uomo/padre, bensì è presente – evidentemente – anche nella donna/madre (così come viceversa); il codice, infatti, va inteso come un particolare stile educativo, come un peculiare approccio pedagogico, come la volontà e la capacità di porsi in relazione offrendo alcuni elementi imprescindibili per un armonico sviluppo della personalità.
Se il codice materno – essenziale, soprattutto nelle prime fasi di vita del bambino – offre accoglienza, contenimento, supporto, soddisfacimento dei bisogni, amore incondizionato, protezione…. – il codice paterno insegna che vi sono limiti e regole, che occorre provarsi anche nelle difficoltà, tollerare le frustrazioni e le fatiche cui la vita inevitabilmente espone; che è necessario saper differire la gratificazione e impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi; il codice paterno richiede di mettere in gioco capacità, competenze, abilità e di impegnarsi per gestire i propri punti di debolezza, ovvero indica la via per costruire un’autentica autostima.
Il codice paterno educa alla reciprocità, all’autonomia, all’autoreferenzialità e, soprattutto, all’assunzione di responsabilità, senza scorciatoie che cancellino le delusioni, gli inevitabili fallimenti, le frustrazioni, gli errori.
L’assenza - o la carenza - di tale codice, dunque, produce personalità fragili e, contemporaneamente, pretenziose, convinte che tutto sia dovuto, che ogni bisogno possa essere soddisfatto, che la fatica e l’impegno personale non siano richiesti o necessari.
È in questo senso, quindi, che c’è bisogno di padre, del suo ruolo, della sua figura educativa; il codice paterno, evidentemente, è complementare a quello materno, ma altrettanto indispensabile se si desidera accompagnare nel loro percorso le donne e gli uomini di domani.


Laura Romano
Laura Romano Laura Romano è nata a Como nel 1969. Laureata in Lettere Moderne e in Scienze dell’Educazione, svolge attività libero professionale in qualità di consulente educativa e formatrice. Lavora presso il proprio studio privato di consulenza pedagogica e svolge collaborazioni professionali presso vari Enti pubblici e privati in aree e ambiti differenti (salute mentale, infanzia, adolescenza, terza/quarta età). Particolarmente interessata alle tematiche relative all’adolescenza e alla femminilità, ha pubblicato Sereno variabile. Ascoltare gli adolescenti e capire quando preoccuparsi; Lividi. Storie di donne ferite; Come le fasi della Luna. Pedagogia della femminilità. Con Edizioni Il Ciliegio ha pubblicato La fiaba e la figura femminile e Giochi e giocattoli

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