Donna Sol Oliveira Esteves da Souza arriva in Brasile nel 1860 con la speranza di un futuro migliore, dopo un’infanzia e un’adolescenza miserrime a Lisbona. Lì riesce a costruirsi una vita diversa diventando una fazendera e affermandosi nell’esportazione di caffè e cacao.
Alla sua morte lo spirito, finalmente libero, si immerge nello stato primordiale di natura fino a quando, vent’anni dopo, si insinua nell’anima di Marisol che è la sua bis bis nipote. La storia delle due donne si dipana lungo periodi storici differenti, Donna Sol dal 1835 fino al 1920, e Marisol dal 1940 fino al 2018, intrecciandosi continuamente.
Ma come è nato questo affascinante libro? A raccontarcelo, la sua autrice Mirella Centri: "L’idea di scrivere questo libro è nata un pomeriggio di cinque anni fa mentre ero in casa da sola, seduta in poltrona, in uno di quei momenti in cui concedevo alla fantasia di viaggiare.
Mi corre l’obbligo, prima di andare oltre, di chiarire che tra le mie convinzioni vi è quella per la quale ognuno di noi vive più esistenze, non necessariamente nella pelle di essere umano, poiché l’uomo non è altro che una delle innumerevoli creature che esistono nell’universo, cullate dalle braccia possenti di madre natura. Esistenze delle quali non si ha memoria, e dico io, per fortuna, perché in questo modo ognuna di esse può assumere il significato dell’unicità. Ma delle quali, io credo, si mantengono sensazioni, flash, percezioni, scie, sentori che attraversano la nostra mente come meteore per poi sparire, senza lasciare il tempo di coglierle e comprenderle.
I miei passi, durante tutti questi anni e anche nella scrittura di questo romanzo come degli altri, sono stati sempre guidati dallo spirito di mia nonna paterna che è mio faro e mentore. Quando il suo cuore si è fermato io avevo quindici anni, ma il nostro dialogo non si è mai interrotto. Non pensate che io visiti medium o mi dedichi a sedute spiritiche, ascolto la voce di mia nonna semplicemente perché è dentro di me. Ognuno di noi convive, consapevolmente o inconsapevolmente, con lo spirito di una persona che ha amato particolarmente.
Alcuni di noi riescono ancora a fermarsi e ad ascoltare ciò che vive e si
manifesta nel silenzio. Io sono una di quelle persone. Lo so che quanto scrivo,
a molti, può sembrare strano, ma è questo sentire che muove la mia vita. Per
questo, mi è venuto naturale pensare di far narrare la storia da qualcuno che
non era più in vita e che meglio avrebbe potuto descrivere il passato, il presente
e anche il futuro. Così ho preso un
quaderno e la penna e ho cominciato a scrivere e quando ho finito, mi sono
accorta che al di là della storia raccontata, avevo riempito pagine dedicandole
alla vita infinita di ogni essere vivente e al senso di spiritualità che
conduce ognuno di noi, perché ognuno di noi è parte di un universo in continuo
divenire, in cui ogni creatura è un unicum.
Ho provato un immenso piacere nello scrivere “Lo spirito infinito di Sol” perché mi sono sentita Donna Sol. Non so se è quello che accade a quanti si cimentano nella scrittura, ma per me è stata un’emozione grandissima. La storia si svolge a cavallo tra Portogallo e Brasile, due paesi che conosco, soprattutto il secondo dove mi sono recata più e più volte, senza mai riuscire a scoprirlo tutto. Del Brasile mi sono innamorata a prima vista; dei suoi colori e dei suoni, della gente, quella delle grandi città e quella dei piccoli paesi persi in una natura dirompente e fantastica.
Chi ha viaggiato nel continente latino americano come ho fatto io, Brasile, Cile, Perù, Messico, Colombia, Argentina, Venezuela, non può non aver sentito il senso di magia di cui quella terra è permeata e l’amore profondo e il rispetto che i suoi abitanti nutrono per la natura. Là, in quel continente, è possibile spogliarsi del pragmatismo e del materialismo per cercare di tornare a respirare l’essenza della vita.
La zona del Brasile che porto nel cuore è il
nord est, lo stato di Bahia la cui capitale Salvador, insieme ad altri paesi, come
Itacarè ed Ilheus rappresentano i luoghi più iconici del romanzo: il verde della
vegetazione padrona di quei luoghi e l’azzurro del mare prova tangibile della
magnificenza della natura, sono i colori che emergono prepotenti dalle pagine
del romanzo. Il mare con il quale ho un rapporto di simbiosi da quando sono
bambina è l’elemento dal quale traggo ispirazione e al quale corro per cercare
ristoro e pace, la sua liquidità mai immota è lo spazio infinito nel quale
immergermi per poter riemergere a nuova vita. Proprio come una vera figlia di
Yemanja.
Nel titolo che ho fortemente voluto
è raccolta la mia interiorità. Lo
spirito infinito di Sol è un romanzo al femminile, a due voci. Nel solco della
letteratura latino-americana, all’interno della quale, voci e colori, realtà e
immaginazione, persone e spiriti si intrecciano, questa storia comincia con la
morte di una fazendera, Donna Sol Oliveira Esteves da Souza. Il suo spirito,
finalmente libero, immerso nello stato primordiale di natura si insinua, molti
anni dopo, nell’anima di Marisol che è la sua bis bis nipote, capace, come tutte
le donne della sua famiglia, di entrare in contatto con la voce degli spiriti.
Quella che per Marisol bambina è un’amica immaginaria, diventerà guida e
conforto, aiutandola a scoprire la profondità dell’essere.
Nata nel 1962 a Cagliari, vive e lavora a Roma. Laureata in giurisprudenza con indirizzo penalistico e criminologico, e in lettere e filosofia con indirizzo storico e letterario, dopo gli inizi in ambito legale ed universitario, ha scelto di svolgere la professione di docente di scuola media superiore. Ha scritto testi scolastici di diritto ed economia per gli istituti tecnici e professionali e manuali di storia per i licei. Cultrice di storia antica e di storia medievale-rinascimentale, è appassionata di archeologia e mitologia greco romana. Alcuni viaggi in America Latina l’hanno avvicinata alla letteratura e alla spiritualità animista dei popoli di quelle terre lontane. Ha pubblicato il romanzo La linea rossa del sangue, Nolica Edizioni.
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