Articolo a cura di Lucio G. Lazzarino De Lorenzo, autore del libro
Il romanzo è un thriller
psicologico, un groviglio di sentimenti, affetti, condivisioni e debolezze
che la protagonista, la matriarca, vorrà e dovrà sciogliere. Inizia su
un treno da Trieste a Roma, dove Cristina racconta a uno scrittore la trama di
un suo ipotetico romanzo ambientato in Sicilia. Protagonisti sono quattro amici,
tre uomini e una donna, chiamata “la matriarca” per il ruolo dominante che la
contraddistingue. Dopo un’amicizia ventennale i fraterni sentimenti dei quattro
vengono scossi dal suicidio dalle tinte di omicidio di uno di loro, che innesca
dubbi e accuse. Le cose peggiorano quando un altro del gruppo ha uno strano
incidente. La resa dei conti avverrà sul mare di Favignana, a Cala Rossa, in
una tiepida giornata di primavera.
La matriarca
è Cristina, il collante, ma non solo. Lei programma, decide, gestisce il
gruppo. L’ultima parola è sempre la sua. “Boss”, “u capuvastuni”,
“Giuditta”, “matriarca” sono i nomignoli con cui gli altri compagni del
liceo la chiamano. Ma “matriarca” finisce per prevalere su tutti gli
altri, anche su quello di Giuditta, frutto della somiglianza di Cristina con la
Giuditta del dipinto del Caravaggio.
L’idea del romanzo “ i doveri della matriarca” mi
è nata dalla fortuita lettura sulla cronaca locale di un quotidiano
di un articolo dal titolo “hanno suicidato l’ingegnere…”, dove in un qualche
modo il giornalista tenta di definire i confini tra suicidio e un suicidio
dalle tinte di omicidio. Questa è stata la scintilla che ha scatenato la mia fantasia.
L’autore. Lucio Giuseppe Lazzarino De Lorenzo, nato a Orvieto vive a Gorizia, dove svolge l’attività di medico neurologo. Grazie alla esperienza di primario neurologo è autore di una ottantina di pubblicazioni a tema neurologico su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo “la logica delle passioni” un giallo alla Agatha Christie come lui stesso lo definisce. Il lettore ha infatti tutti gli elementi per arrivare a individuare l’assassino e le modalità delle sue azioni delittuose.
Neurologo come un investigatore? Alla
stessa stregua di un investigatore che da circostanze e dettagli risale
all’assassino, un bravo neurologo individua da sintomi e segni clinici del
paziente natura e sede della patologia responsabile. Per entrambi più che
strumenti di indagini, intercettazioni, impronte digitali, esami radiologici, è
fondamentale la disamina degli eventi e il ruolo che svolgono. In fondo, in
entrambi i casi l’obiettivo è la diagnosi, per il primo finalizzata
all’arresto, per il secondo alla cura. Nei “i doveri della matriarca” mi è
venuto quindi naturale lo stesso approccio analitico usato nel mio primo romanzo.
Favoloso! Sembra un romanzo di Joe Dickens
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