29/04/24

Miró

 e la gioia di essere sé stessi...

Un piccolo mostro di nome Miró si ritrova davanti allo specchio e scopre di non piacersi: prima si vede troppo grosso, poi troppo magro, poi alto, poi basso e infine irrimediabilmente brutto.

Il rifiuto del suo aspetto esteriore è così forte che Miró non ha neppure il coraggio di uscire di casa. Tuttavia, grazie all’amicizia del bambino con cui vive, il piccolo mostro impara per fortuna a volersi bene. Un testo sull’accettazione di sé che si distingue per la sua dolcezza e la sua semplice intimità.

Ma ascoltiamo cosa ha da raccontarci la sua autrice Giulia Brocco su questo meravigliosa creaturina: "Miró è un mostriciattolo fuori dal comune, dotato di un super potere: il suo corpo cambia finché non capisce che l'unica forma possibile é quella di essere sé stesso. 


Grazie alla sua sensibilità e brillantezza, riesce a ribaltare l'idea che ha di sé. È una mini guida alla rivolta pacifica e divertente, volta al superamento dei luoghi comuni e dei soprusi degli stereotipi adulti, poiché è da loro che arriva l'esempio ai bambini. Siamo noi il loro specchio.

Una storia fantastica che celebra l’amicizia, il coraggio, l’amore per sé stessi e l'apertura verso l'altro. Un racconto che lancia un bellissimo messaggio di speranza a partire dalle giovani generazioni contro la bassezza e la violenza del giudizio. Rivolto ai lettori di ogni età, Miró è il libro perfetto per tutta la famiglia.

Una curiosità: ho scritto Miró in macchina in un giorno di forte pioggia. Presi carta e penna dalla borsa e quando la pioggia si calmò ma di poco, ne approfittai e uscii di corsa con Mirò tra le mani speranzosa che prima o poi avrebbe incontrato qualcuno là fuori, senz'altro più asciutto di me.


Giulia Brocco nasce a Roma il nel 1990. Si laurea in Lingue e Letterature straniere e moderne. Lavora da anni a stretto contatto con i bambini e scrive con piacere. È da sempre legata al mondo della comunicazione: lettura, scrittura e arti visive. I libri, la pedagogia e il cioccolato fondente sono tra le sue più grandi passioni.

Foto di Luca Casonato



26/04/24

Il fuoco


Com'è nato "Il fuoco" e qual è il cuore del romanzo? Ce lo racconta la sua autrice, Tina Caramanico: 

"Il fuoco è il mio quarto romanzo. La narrazione è ambientata in un piccolo paese (immaginario, ma simile a molti altri reali) della Valcamonica, all’inizio del ‘500, quando in quella valle molte donne furono travolte dai processi e dai roghi dell’Inquisizione. 

L’idea è nata proprio quando ho trovato e letto gli atti del processo a Benvegnuda Pincinella, condannata al rogo come strega in Valcamonica nel 1518. La storia è quella di un anziano curato, don Lazzaro, che viene travolto da dubbi pericolosissimi sui processi alle streghe

Una sorta di “anti-Sherlock Holmes” che, guidato dall’intuizione e da messaggi misteriosi del suo inconscio o di chi sa chi, si ostina a cercare la vera storia di Lucina, una donna che il paese e gli Inquisitori hanno condannato come strega. Il paese intero, così, rischia di vedere scoperti i propri peccati e le proprie miserie. 

Tutta la vicenda si svolge all’interno del paese e il curato-investigatore, che è zoppo, si aggira faticosamente tra le case dei più ricchi e dei più poveri del villaggio, nelle chiese e nei monasteri dei dintorni, nei boschi e nei cortili.

L’altro personaggio principale è quello della presunta strega: dopo i primi capitoli è fuori dalla scena, ma guida con la sua misteriosa presenza le azioni degli altri personaggi e su di lei è costruita tutta la storia. Ho cominciato a scrivere questo romanzo nel 2020, poi il manoscritto ha trovato casa con le Edizioni Il Ciliegio, ma l’ho finito solo l’estate scorsa quando, durante l’editing per preparare il testo alla pubblicazione, è emersa una nuova sottotrama e mi ha convinto a sviluppare la storia di un personaggio (la giovane Fiorella, serva della “strega”) fino a quel momento secondario.

Credo che sia adatto a tutti i lettori, indipendentemente dall’età, purché interessati ai temi di cui tratta e al genere, il giallo storico, ma anche un po’ horror, e un po’ racconto filosofico: è sempre difficile definire le mie storie, perché quando scrivo spesso contamino diversi generi e sottogeneri. Perciò, sebbene questo sia il primo dei miei romanzi ad avere un’ambientazione storica, tratta di temi che ho già affrontato: il male, la responsabilità individuale e collettiva, la condizione femminile, i pregiudizi e l’ipocrisia che ci impediscono di comprendere noi stessi e gli altri.


Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, e insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha pubblicato alcune raccolte di racconti, poesie, e tre romanzi brevi: Un cattivo esempio, vincitore del concorso Romanzi in cerca d’autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; Il prete nuovo, Vocifuoriscena, 2019; Come sovvertire l’ordine costituito, trovare l’amore e vivere felici, uscito su Wattpad e vincitore dei Watty’s Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020.

Tina Caramanico



24/04/24

Le fate di Ruven

 Creature magiche, dolci fatine e salici incantati per sognare...


Serena è una bambina vispa e intelligente, che ama sognare. Una sera, nel giardino di casa sua, una luce splende più forte tra le lucciole è la fata Diana, esule dal proprio regno per l'incantesimo di una maga cattiva. 

Inizia una grande amicizia e una grande avventura tra sogno e realtà per riportare la pace tra le creature magiche, gli alberi e gli animali del bosco di Ruven. Unicorni, folletti dispettosi, dolci fatine e salici incantati trasporteranno i lettori sulle ali della fantasia.

Ecco cosa ci ha raccontato la sua autrice Chiara Taormina sulla nascita del libro e altre curiosità: "Le fate di Ruven è il libro del cuore, perché dedicato a mia figlia Arianna, che  è diventata la protagonista della storia.

Fate, unicorni, alberi parlanti, folletti e tante altre magiche creature hanno dato vita all’avventura della fatina Diana, ispirandomi ai racconti estivi  che mia figlia mi chiedeva nelle lunghe serate afose nella campagna di Sicilia.

Arianna ha sempre avuto una grande passione per le atmosfere magiche, le fate e tutto ciò che richiama gli scenari fiabeschi più classici, tant’è che è stata lei a suggerirmi di inserirla nella trama come protagonista principale, scegliendo anche il suo nome fittizio: “Serena”.

E’ stata una bellissima esperienza, perché tramite questa storia sono riuscita anche a trasmettere ai bambini dei messaggi importanti come l’amicizia, l’altruismo, l’amore e il rispetto per l’ambiente, tema, quest’ultimo, quanto mai attuale e di grande rilevanza a livello mondiale.

Nei miei libri cerco sempre di portare il bambino in mondi fantastici, e di catapultarlo in avventure straordinarie che possano rubargli un sorriso ma anche stimolarlo a delle riflessioni importanti. Spero di essere riuscita in questo intento anche con Le fate di Ruven."

Chiara Taormina è nata a Palermo, dove risiede. Appassionata di arte e cultura orientale, si diletta anche nella composizione di haiku. Ha ottenuto premi e menzioni in diversi concorsi letterari, nazionali e internazionali. Con Il Ciliegio ha pubblicato Cammy e il tempio del sole (2013), Zeus e la sua magica avventura (2014), Cammy e i pirati dell’ovest (2016), Ruggero e la macchina del tempo, con la speciale prefazione di Luis Sepúlveda (2017), Samson, il cavallo aborigeno (2020).

Chiara Taormina



19/04/24

Una storia irrisolta

 

Ecco cosa ci ha raccontato Alfredo Spanò a riguardo della sua opera Una storia irrisolta: « La guerra ci pone di fronte a ogni tipo di ingiustizia e atrocità. Lo constatiamo oggi che le tecnologie ci consentono, giorno dopo giorno, un filo diretto con la sconvolgente realtà della violenza dal fronte. 

Non c'è pietà per chi combatte,  non c'è pietà per gli innocenti. La propaganda che origina dagli interessi di chi con la guerra alimenta i propri vantaggi economici, politici, carrieristici annebbia la realtà delle cose e confonde ragioni e torti, offusca le regole, cancella il diritto. Le atrocità si susseguono e si accavallano, le intimidazioni, i ricatti sono un'arma per raggiungere i propri scopi perché non c'è giustizia che possa fermare o punire i rei durante la guerra e, spesso, neppure dopo, quando tante ragioni intervengono a coprire i delitti e a salvare i colpevoli. È così oggi ed è sempre stato così.

La lettura di questo romanzo, ambientato alla fine degli anni Cinquanta, ci pone di fronte ai comportamenti dei personaggi che sono rimasti imbrigliati negli orrori della Seconda Guerra Mondiale proponendoci un angosciante quesito morale... Come avremmo agito noi al posto loro?

“Una storia irrisolta” racconta la prima indagine del giovane commissario Antonio Strano. La trama si dipana sullo sfondo della fine della Seconda Guerra Mondiale, dell'occupazione tedesca del Nord Italia, delle leggi razziali introdotte dal fascismo e della persecuzione degli ebrei e annebbia i confini tra bene e male, tra giustizia e vendetta.

Il 6 settembre 1958, nella villa in cui vive con la moglie Vitalba, il figlio Corrado e la domestica, viene ucciso con un colpo di rivoltella Romeo Anceschi, stimato professore universitario in pensione. La scena del delitto suggerisce un tentativo di furto conclusosi tragicamente, un’ipotesi che non convince il vicecommissario Antonio Strano. Strano intuisce che le motivazioni del delitto vanno ricercate nel passato della famiglia Anceschi quando scopre che un ritaglio di stoffa, fotografato accanto al cadavere del professore e poi sparito nel nulla, è una stella di Davide, che gli ebrei erano obbligati a indossare durante il nazismo… ».


Alfredo Spanò, di origini calabresi, ha alle spalle una lunga carriera come giornalista, copywriter e addetto stampa e ha all'attivo la pubblicazione di alcuni libri nel campo della manualistica e della narrativa. Ispirandosi alle intense letture giovanili della grande letteratura investigativa: da Edgar Allan Poe ad Arthur Conan Doyle, da Agatha Christie a Rex Stout e Georges Simenon, ha dato vita al personaggio del commissario Antonio Strano, figura di investigatore colto e attento alle sfumature, immerso nella complessa realtà dell’Italia del dopoguerra, che fa della deduzione meticolosa e dell’indagine psicologica le sue migliori armi inquisitorie. Dopo “Una storia cruenta” e “Una storia diabolica”, “Una storia irrisolta” è la terza inchiesta di cui è protagonista il commissario Antonio Strano.


Alfredo Spanò



18/04/24

I sussurri del vento

Un ciondolo d'oro, una bambina particolare e voci da non dimenticare

Prescia è una bambina speciale, sa ascoltare i venti e captare i misteri e i messaggi che porta con sé. Un giorno, nella pancia di un pesce, Prescìa trova una medaglietta e da quel momento nulla sarà più come prima...

Ecco cosa ci ha raccontato Biagino Sarcinella, autore del libro, sulla sua opera: "Realtà e mistero accompagnano tutte le mie narrazioni.
Unire eventi tragici della storia a fantasia e irrealtà, è una delle mie principali caratteristiche. La bambina protagonista di questo mio romanzo, con il suo “dono” riesce a captare i messaggi che il vento trasporta.

Nei miei romanzi parlo sempre della mia terra, della cultura del passato ma, sotto molti aspetti, ancora radicata nel sentire attuale. Il vento, tipica caratteristica del Salento, mi ha ispirato a inventare una storia per far conoscere ai ragazzi il dramma dell’olocausto.

Prescìa la protagonista, da piccola, dopo aver trovato una collanina d’oro nella pancia di un pesce, attraverso il vento riesce a captare il messaggio di un bambino. Da grande, con l’aiuto del suo compagno, riesce a scoprire che il bambino della voce era una vittima innocente dei campi di sterminio nazisti. Questo è un mio modo per far conoscere ai ragazzi i drammi della storia che, purtroppo, ancora oggi si ripetono."



Biografia di Biagino Sarcinella. Questo è il suo primo libro pubblicato da una casa editrice, ma non è il solo che ha scritto. Prima ha auto pubblicato altri tre romanzi che sono stati molto apprezzati dal “purtroppo” ristretto pubblico che hanno potuto raggiungere. Il suo principale lavoro è stato nel settore edile, ma l’esperienza avuta per anni con i burattini lavorando sul territorio con spettacoli e corsi di drammatizzazione teatrale, l’ha portato a scoprire una nuova passione: scrivere romanzi.
Ha unito così le sue due passioni: La storia e la favole per burattini.

Biagino Sarcinella




17/04/24

Il Puzza Club

 E chi l'ha detto che per essere desiderabili bisogna essere "perfetti"?


Nel paese di Azzup, la regina Grazia ha imposto la sua legge: ogni cosa e ogni animale deve profumare, ma Porcello continua a sognare pozze di fango, melma e puzze di tutti i tipi. 

Quando il maialino scopre di non essere il solo, insieme all’amico Trogolo fonda il Puzza Club: un ritrovo segreto di animali che vogliono essere liberi di sentirsi loro stessi (anche se c’è da tapparsi il naso). Ma cosa succede quando il loro segreto viene a galla? Come la prenderà la regina dal manto bianco come una nuvola?

Ecco cosa ci ha raccontato l'autrice del libro, Manuela Morara, su come è nato questo simpaticissimo e profondo libro: 

«“Puzza Club, Puzza Club!”. Intorno ai 7 anni mio figlio non faceva che ripeterlo. Sapete quando i bambini si fissano con qualcosa, no?

Non so cosa volesse intendere, so solo che un giorno ho pensato che sarebbe stato proprio un bel nome per un raduno segreto di animali. Ma perché segreto?

Perché quando vivi nel paese di Azzup, dove la puzza è vietata in ogni sua forma e tutti sembrano felici di stare ogni giorno immersi nel profumo più assoluto, diventa difficile essere un maialino.

Porcello proprio non si spiega questo desiderio di fango e melma puzzolente… È un maialino sbagliato? A giudicare dalle reazioni di quei pochi che conoscono i suoi sogni, sì!

Questa storia gioca con la parte più selvaggia e – beh – puzzolente di noi. Perché quale bambina o bambino non ride delle sue puzzette? Ma con un occhio più adulto, quello che ho voluto denunciare è l’idea di perfezione a cui ci spinge la società contemporanea.

Per essere persone di successo e socialmente desiderabili, dobbiamo in qualche modo censurare una parte di noi, quella più irrequieta, selvaggia e piena di sbavature. Lo sa bene il cane Polvere, che da anni ha deciso di vivere rintanato nel Grande Bosco, piuttosto che subire la legge imposta dalla Regina Grazia.

E lo sa bene anche Trogolo, il maiale che sotto alla sua casetta ricoperta di fiori profumati e ordinati, crea una stanza segreta in cui fare il bagno in mezzo al fango strapuzzolente. Quando Porcello lo scopre, i due diventano inseparabili.

E, insieme a Polvere, ecco che nasce il Puzza Club: un luogo segreto in cui possono abbandonarsi al loro istinto di veri animali; puzzette, suoni di bocca, viscidume, bava… non c’è niente che i tre amici non si concedano.

E piano piano, si aggiungono anche altri animali, anche loro stanchi della dittatura del profumo. Ma a forza di schiamazzi e suoni quanto mai inappropriati, un giorno i membri di Puzza Club trovano le guardie ad attenderli.

La Regina Grazia ha saputo dei loro incontri segreti ed è andata su tutte le furie! Lei, una volpe bianca immacolata, che ha portato la gioia nel paese di Azzup, ora subisce un affronto del genere? Beh, è ora che venga fatta giustizia. Ma chi la spunterà?

Una storia in cui bambine e bambini possono scoprire la bellezza di essere sé stessi, anche nei loro lati più scomodi e, in definitiva, più umani

Manuela Morara, classe 1985, vive a Bologna. Una laurea in psicologia e un grande amore per la scrittura. Lavora nel mondo della comunicazione digitale orientata allo storytelling. È mamma e appassionata di crescita personale. Soprattutto, crede nel potere delle belle storie per aiutare bambini e bambine (ma anche i loro genitori) a vivere una vita felice.

Manuela Morara