26/04/24

Il fuoco


Com'è nato "Il fuoco" e qual è il cuore del romanzo? Ce lo racconta la sua autrice, Tina Caramanico: 

"Il fuoco è il mio quarto romanzo. La narrazione è ambientata in un piccolo paese (immaginario, ma simile a molti altri reali) della Valcamonica, all’inizio del ‘500, quando in quella valle molte donne furono travolte dai processi e dai roghi dell’Inquisizione. 

L’idea è nata proprio quando ho trovato e letto gli atti del processo a Benvegnuda Pincinella, condannata al rogo come strega in Valcamonica nel 1518. La storia è quella di un anziano curato, don Lazzaro, che viene travolto da dubbi pericolosissimi sui processi alle streghe

Una sorta di “anti-Sherlock Holmes” che, guidato dall’intuizione e da messaggi misteriosi del suo inconscio o di chi sa chi, si ostina a cercare la vera storia di Lucina, una donna che il paese e gli Inquisitori hanno condannato come strega. Il paese intero, così, rischia di vedere scoperti i propri peccati e le proprie miserie. 

Tutta la vicenda si svolge all’interno del paese e il curato-investigatore, che è zoppo, si aggira faticosamente tra le case dei più ricchi e dei più poveri del villaggio, nelle chiese e nei monasteri dei dintorni, nei boschi e nei cortili.

L’altro personaggio principale è quello della presunta strega: dopo i primi capitoli è fuori dalla scena, ma guida con la sua misteriosa presenza le azioni degli altri personaggi e su di lei è costruita tutta la storia. Ho cominciato a scrivere questo romanzo nel 2020, poi il manoscritto ha trovato casa con le Edizioni Il Ciliegio, ma l’ho finito solo l’estate scorsa quando, durante l’editing per preparare il testo alla pubblicazione, è emersa una nuova sottotrama e mi ha convinto a sviluppare la storia di un personaggio (la giovane Fiorella, serva della “strega”) fino a quel momento secondario.

Credo che sia adatto a tutti i lettori, indipendentemente dall’età, purché interessati ai temi di cui tratta e al genere, il giallo storico, ma anche un po’ horror, e un po’ racconto filosofico: è sempre difficile definire le mie storie, perché quando scrivo spesso contamino diversi generi e sottogeneri. Perciò, sebbene questo sia il primo dei miei romanzi ad avere un’ambientazione storica, tratta di temi che ho già affrontato: il male, la responsabilità individuale e collettiva, la condizione femminile, i pregiudizi e l’ipocrisia che ci impediscono di comprendere noi stessi e gli altri.


Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, e insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha pubblicato alcune raccolte di racconti, poesie, e tre romanzi brevi: Un cattivo esempio, vincitore del concorso Romanzi in cerca d’autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; Il prete nuovo, Vocifuoriscena, 2019; Come sovvertire l’ordine costituito, trovare l’amore e vivere felici, uscito su Wattpad e vincitore dei Watty’s Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020.

Tina Caramanico



24/04/24

Le fate di Ruven

 Creature magiche, dolci fatine e salici incantati per sognare...


Serena è una bambina vispa e intelligente, che ama sognare. Una sera, nel giardino di casa sua, una luce splende più forte tra le lucciole è la fata Diana, esule dal proprio regno per l'incantesimo di una maga cattiva. 

Inizia una grande amicizia e una grande avventura tra sogno e realtà per riportare la pace tra le creature magiche, gli alberi e gli animali del bosco di Ruven. Unicorni, folletti dispettosi, dolci fatine e salici incantati trasporteranno i lettori sulle ali della fantasia.

Ecco cosa ci ha raccontato la sua autrice Chiara Taormina sulla nascita del libro e altre curiosità: "Le fate di Ruven è il libro del cuore, perché dedicato a mia figlia Arianna, che  è diventata la protagonista della storia.

Fate, unicorni, alberi parlanti, folletti e tante altre magiche creature hanno dato vita all’avventura della fatina Diana, ispirandomi ai racconti estivi  che mia figlia mi chiedeva nelle lunghe serate afose nella campagna di Sicilia.

Arianna ha sempre avuto una grande passione per le atmosfere magiche, le fate e tutto ciò che richiama gli scenari fiabeschi più classici, tant’è che è stata lei a suggerirmi di inserirla nella trama come protagonista principale, scegliendo anche il suo nome fittizio: “Serena”.

E’ stata una bellissima esperienza, perché tramite questa storia sono riuscita anche a trasmettere ai bambini dei messaggi importanti come l’amicizia, l’altruismo, l’amore e il rispetto per l’ambiente, tema, quest’ultimo, quanto mai attuale e di grande rilevanza a livello mondiale.

Nei miei libri cerco sempre di portare il bambino in mondi fantastici, e di catapultarlo in avventure straordinarie che possano rubargli un sorriso ma anche stimolarlo a delle riflessioni importanti. Spero di essere riuscita in questo intento anche con Le fate di Ruven."

Chiara Taormina è nata a Palermo, dove risiede. Appassionata di arte e cultura orientale, si diletta anche nella composizione di haiku. Ha ottenuto premi e menzioni in diversi concorsi letterari, nazionali e internazionali. Con Il Ciliegio ha pubblicato Cammy e il tempio del sole (2013), Zeus e la sua magica avventura (2014), Cammy e i pirati dell’ovest (2016), Ruggero e la macchina del tempo, con la speciale prefazione di Luis Sepúlveda (2017), Samson, il cavallo aborigeno (2020).

Chiara Taormina



19/04/24

Una storia irrisolta

 

Ecco cosa ci ha raccontato Alfredo Spanò a riguardo della sua opera Una storia irrisolta: « La guerra ci pone di fronte a ogni tipo di ingiustizia e atrocità. Lo constatiamo oggi che le tecnologie ci consentono, giorno dopo giorno, un filo diretto con la sconvolgente realtà della violenza dal fronte. 

Non c'è pietà per chi combatte,  non c'è pietà per gli innocenti. La propaganda che origina dagli interessi di chi con la guerra alimenta i propri vantaggi economici, politici, carrieristici annebbia la realtà delle cose e confonde ragioni e torti, offusca le regole, cancella il diritto. Le atrocità si susseguono e si accavallano, le intimidazioni, i ricatti sono un'arma per raggiungere i propri scopi perché non c'è giustizia che possa fermare o punire i rei durante la guerra e, spesso, neppure dopo, quando tante ragioni intervengono a coprire i delitti e a salvare i colpevoli. È così oggi ed è sempre stato così.

La lettura di questo romanzo, ambientato alla fine degli anni Cinquanta, ci pone di fronte ai comportamenti dei personaggi che sono rimasti imbrigliati negli orrori della Seconda Guerra Mondiale proponendoci un angosciante quesito morale... Come avremmo agito noi al posto loro?

“Una storia irrisolta” racconta la prima indagine del giovane commissario Antonio Strano. La trama si dipana sullo sfondo della fine della Seconda Guerra Mondiale, dell'occupazione tedesca del Nord Italia, delle leggi razziali introdotte dal fascismo e della persecuzione degli ebrei e annebbia i confini tra bene e male, tra giustizia e vendetta.

Il 6 settembre 1958, nella villa in cui vive con la moglie Vitalba, il figlio Corrado e la domestica, viene ucciso con un colpo di rivoltella Romeo Anceschi, stimato professore universitario in pensione. La scena del delitto suggerisce un tentativo di furto conclusosi tragicamente, un’ipotesi che non convince il vicecommissario Antonio Strano. Strano intuisce che le motivazioni del delitto vanno ricercate nel passato della famiglia Anceschi quando scopre che un ritaglio di stoffa, fotografato accanto al cadavere del professore e poi sparito nel nulla, è una stella di Davide, che gli ebrei erano obbligati a indossare durante il nazismo… ».


Alfredo Spanò, di origini calabresi, ha alle spalle una lunga carriera come giornalista, copywriter e addetto stampa e ha all'attivo la pubblicazione di alcuni libri nel campo della manualistica e della narrativa. Ispirandosi alle intense letture giovanili della grande letteratura investigativa: da Edgar Allan Poe ad Arthur Conan Doyle, da Agatha Christie a Rex Stout e Georges Simenon, ha dato vita al personaggio del commissario Antonio Strano, figura di investigatore colto e attento alle sfumature, immerso nella complessa realtà dell’Italia del dopoguerra, che fa della deduzione meticolosa e dell’indagine psicologica le sue migliori armi inquisitorie. Dopo “Una storia cruenta” e “Una storia diabolica”, “Una storia irrisolta” è la terza inchiesta di cui è protagonista il commissario Antonio Strano.


Alfredo Spanò



18/04/24

I sussurri del vento

Un ciondolo d'oro, una bambina particolare e voci da non dimenticare

Prescia è una bambina speciale, sa ascoltare i venti e captare i misteri e i messaggi che porta con sé. Un giorno, nella pancia di un pesce, Prescìa trova una medaglietta e da quel momento nulla sarà più come prima...

Ecco cosa ci ha raccontato Biagino Sarcinella, autore del libro, sulla sua opera: "Realtà e mistero accompagnano tutte le mie narrazioni.
Unire eventi tragici della storia a fantasia e irrealtà, è una delle mie principali caratteristiche. La bambina protagonista di questo mio romanzo, con il suo “dono” riesce a captare i messaggi che il vento trasporta.

Nei miei romanzi parlo sempre della mia terra, della cultura del passato ma, sotto molti aspetti, ancora radicata nel sentire attuale. Il vento, tipica caratteristica del Salento, mi ha ispirato a inventare una storia per far conoscere ai ragazzi il dramma dell’olocausto.

Prescìa la protagonista, da piccola, dopo aver trovato una collanina d’oro nella pancia di un pesce, attraverso il vento riesce a captare il messaggio di un bambino. Da grande, con l’aiuto del suo compagno, riesce a scoprire che il bambino della voce era una vittima innocente dei campi di sterminio nazisti. Questo è un mio modo per far conoscere ai ragazzi i drammi della storia che, purtroppo, ancora oggi si ripetono."



Biografia di Biagino Sarcinella. Questo è il suo primo libro pubblicato da una casa editrice, ma non è il solo che ha scritto. Prima ha auto pubblicato altri tre romanzi che sono stati molto apprezzati dal “purtroppo” ristretto pubblico che hanno potuto raggiungere. Il suo principale lavoro è stato nel settore edile, ma l’esperienza avuta per anni con i burattini lavorando sul territorio con spettacoli e corsi di drammatizzazione teatrale, l’ha portato a scoprire una nuova passione: scrivere romanzi.
Ha unito così le sue due passioni: La storia e la favole per burattini.

Biagino Sarcinella




17/04/24

Il Puzza Club

 E chi l'ha detto che per essere desiderabili bisogna essere "perfetti"?


Nel paese di Azzup, la regina Grazia ha imposto la sua legge: ogni cosa e ogni animale deve profumare, ma Porcello continua a sognare pozze di fango, melma e puzze di tutti i tipi. 

Quando il maialino scopre di non essere il solo, insieme all’amico Trogolo fonda il Puzza Club: un ritrovo segreto di animali che vogliono essere liberi di sentirsi loro stessi (anche se c’è da tapparsi il naso). Ma cosa succede quando il loro segreto viene a galla? Come la prenderà la regina dal manto bianco come una nuvola?

Ecco cosa ci ha raccontato l'autrice del libro, Manuela Morara, su come è nato questo simpaticissimo e profondo libro: 

«“Puzza Club, Puzza Club!”. Intorno ai 7 anni mio figlio non faceva che ripeterlo. Sapete quando i bambini si fissano con qualcosa, no?

Non so cosa volesse intendere, so solo che un giorno ho pensato che sarebbe stato proprio un bel nome per un raduno segreto di animali. Ma perché segreto?

Perché quando vivi nel paese di Azzup, dove la puzza è vietata in ogni sua forma e tutti sembrano felici di stare ogni giorno immersi nel profumo più assoluto, diventa difficile essere un maialino.

Porcello proprio non si spiega questo desiderio di fango e melma puzzolente… È un maialino sbagliato? A giudicare dalle reazioni di quei pochi che conoscono i suoi sogni, sì!

Questa storia gioca con la parte più selvaggia e – beh – puzzolente di noi. Perché quale bambina o bambino non ride delle sue puzzette? Ma con un occhio più adulto, quello che ho voluto denunciare è l’idea di perfezione a cui ci spinge la società contemporanea.

Per essere persone di successo e socialmente desiderabili, dobbiamo in qualche modo censurare una parte di noi, quella più irrequieta, selvaggia e piena di sbavature. Lo sa bene il cane Polvere, che da anni ha deciso di vivere rintanato nel Grande Bosco, piuttosto che subire la legge imposta dalla Regina Grazia.

E lo sa bene anche Trogolo, il maiale che sotto alla sua casetta ricoperta di fiori profumati e ordinati, crea una stanza segreta in cui fare il bagno in mezzo al fango strapuzzolente. Quando Porcello lo scopre, i due diventano inseparabili.

E, insieme a Polvere, ecco che nasce il Puzza Club: un luogo segreto in cui possono abbandonarsi al loro istinto di veri animali; puzzette, suoni di bocca, viscidume, bava… non c’è niente che i tre amici non si concedano.

E piano piano, si aggiungono anche altri animali, anche loro stanchi della dittatura del profumo. Ma a forza di schiamazzi e suoni quanto mai inappropriati, un giorno i membri di Puzza Club trovano le guardie ad attenderli.

La Regina Grazia ha saputo dei loro incontri segreti ed è andata su tutte le furie! Lei, una volpe bianca immacolata, che ha portato la gioia nel paese di Azzup, ora subisce un affronto del genere? Beh, è ora che venga fatta giustizia. Ma chi la spunterà?

Una storia in cui bambine e bambini possono scoprire la bellezza di essere sé stessi, anche nei loro lati più scomodi e, in definitiva, più umani

Manuela Morara, classe 1985, vive a Bologna. Una laurea in psicologia e un grande amore per la scrittura. Lavora nel mondo della comunicazione digitale orientata allo storytelling. È mamma e appassionata di crescita personale. Soprattutto, crede nel potere delle belle storie per aiutare bambini e bambine (ma anche i loro genitori) a vivere una vita felice.

Manuela Morara




29/03/24

Il Nusanaso

 Una "strana" scoperta di Pasqua...



La mattina di Pasqua Leo e Lia trovano un buffo cucciolo dentro a un uovo di cioccolato. Ha una grande proboscide, due alucce e ama “cibarsi” di… puzze. Calzini sporchi, croste di formaggio: nulla sfugge al suo olfatto infallibile.

Presto il Nusanaso impara a riconoscere anche le puzze speciali, quelle che nessun naso umano ha mai annusato: la puzza di ingiustizia, per esempio.

Ecco cosa ci ha raccontato l'autrice del libro, Sara Carpani, su come è nato questo buffo elefantino: «"Papà, giochiamo al Nusanaso? Sono le venti e trentacinque, e papà se ne sta ancora sbracato sul divano, con gli occhi fissi sul telegiornale.

Ma insomma, che affronto è mai questo? Siamo in ritardo per il nostro appuntamento delle otto e mezza! Per questo decido di tirarlo per i pantaloni. Ma lui non si muove, perciò gli salto in braccio e mi metto proprio di fronte a lui, così la smette di guardare quella robaccia in TV.

"Caspita, siamo in ritardo!", esclama finalmente. "È già l’ora del Nusanaso!". "Alleluja…", penso io. Sul lettone di mamma e papà è tutto pronto. Nel senso, cioè, che il letto è perfettamente in ordine, morbido al punto giusto, i cuscini sono belli gonfi, al loro posto come soldatini, e le lenzuola stiratissime. 

Perfetto! Così saltarci sopra è più divertente! Ci tuffiamo nel modo più scomposto possibile e in un attimo i cuscini volano da tutte le parti. E io sono già su di giri. Sono agitatissima e, a dirla tutta, ho anche un po’ di fifa… perché lo so benissimo che in questa enorme, sterminata landa morbidosa si nasconde lui: il Nusanaso!

Mi nascondo sotto le coperte, così non può vedermi; però, a pensarci, in questo modo io non posso vedere lui… anzi, per dirla tutta, non ci vedo proprio niente! Così riemergo quel tanto che basta per tirare fuori il naso. Mi guardo intorno circospetta e dietro a una delle grandi montagne morbidose intuisco qualcosa… 

Oh no! È proprio lui! Il Nusanaso salta fuori dalla montagna e inizia a fiutare forsennatamente l’aria, col suo caratteristico verso, che suona come un concitato e spaventosissimo Sniff! Sniff!

Io me la faccio sotto dalla paura, mi faccio piccolissima, ma lui mi vede lo stesso… a questo punto non posso che passare al contrattacco: non avrà i miei piedini! Così mi lancio verso l'animaletto, cercando di acchiapparlo. Ma lui è più veloce e sguscia da tutte le parti, come un piccolo ninja! Schiva un paio di attacchi, e solo troppo tardi mi accorgo che ho lasciato i piedi scoperti… e lui, ovviamente, ne approfitta! 

Si tuffa proprio in direzione delle piante, e inizia ad annusarle tutte! Il solletico che ne deriva è… semplicemente terribile! Io scalcio come un’indemoniata, ma lui è più furbo e non perde il contatto con l’oggetto dei suoi desideri.

Perché - non ve l’ho detto - il Nusanaso adora tutte le puzze: se le mangia, addirittura! Va matto per quella dei miei piedi, per esempio. Ma non disdegna quella delle ascelle, e di altro che non vi dico, che devo continuamente tenere al riparo.

È da questo ricordo d’infanzia che nasce il Nusanaso. E, a questo punto devo proprio ammetterlo, da ciò ne deriva che: IL SUO VERO, UNICO, INIMITABILE CREATORE È IL MIO PAPÀ.

Lui chiudeva la mano unendo tutte le dita, come a formare una sorta di becco, o di muso; e io, in quelle dita, ci vedevo un musetto dolce, una specie di proboscide, qualcosa così. Certe volte, quel briccone di Nusanaso, faceva di tutto per farmi tenerezza, così lo coccolavo, aggrappandomi al braccio di papà. Ma non serviva ad altro che a fargli smettere di annusare in giro per qualche secondo…

Perciò, quando ho  deciso di scrivere una storia su di lui, non ho fatto altro che dargli un verso verbale (Puzza…?, e che altro?) e costruirgli attorno una piccola storia, con un’evoluzione divertente. Tutto qui. Il resto è merito di mio papà, e di quel lungo ricordo di infanzia che mi ha regalato.»


Sara Carpani, dopo un esordio da fumettista, come autrice e illustratrice ha pubblicato libri con diversi editori. Nel 2020, con L’amore a 126 cm da terra, ha vinto il Premio Rodari nella sezione “Fiabe e filastrocche”. I suoi albi sono stati tradotti in spagnolo, catalano, basco e portoghese. Tiene laboratori per biblioteche, librerie e scuole; ha presentato i suoi libri e letto le sue filastrocche in tutta Italia. Nel 2020 ha fondato Studio Mizar, una scuola di disegno, fumetto, tecniche pittoriche e scrittura.

Sara Carpani



28/03/24

Simeone, cuor di leone

 Dove risiede la bontà?


Simeone è un leoncino coraggioso e forte. Un giorno gli balza in mente una strana domanda: dove si trova la bontà? Spinto da questo interrogativo, si mette in viaggio per cercarla e, durante il suo cammino, deve affrontare un temporale che mette in pericolo la vita di un uccellino nel nido.

Simeone non esita a offrire il suo aiuto e scopre così con grande soddisfazione che la bontà che andava cercando è già di casa nel suo cuore.

Ecco cosa ci ha raccontato di questo bel libro in rima, il suo autore Alberto Praticelli: "L’idea di un racconto in rima con protagonista il leoncino Simeone è nata quasi automaticamente dopo che, nell’agosto del 2016, sotto il segno zodiacale del Leone, è venuto alla luce Lorenzo Mattia, figlio di mia figlia Cinzia, l’illustratrice del libro. 

L'idea si è poi consolidata in me, quando il nipotino ha cominciato a mostrare il suo temperamento, volitivo, ma fragile nello stesso tempo, come è naturale in tenera età. La figura di Simeone è nata proprio per infondere nel bimbo una sorta di carica di coraggio, di forza, di fiducia in sé stesso, in particolare nei momenti di fragilità, con un messaggio che ovviamente non deve essere filosofico o scientifico, ma trasmesso a livello intuitivo, sensoriale, oserei dire primordiale. 

La figura del leoncino e il suo atteggiamento devono entrare nel bimbo attraverso una vibrazione, non attraverso un’elaborazione mnemonica. In tal modo si stabilisce una specie di simpatia ed empatia tra il bambino e l’animale, quasi come se fossero due soggetti in uno solo. Empatia, simpatia che portano ad una visione più leggiadra dei problemi da affrontare.  Nello stesso tempo il coraggio, la forza, possono essere usati per lo scopo più nobile, ovvero per atti di bontà.  

Ricordo qualche decennio addietro, su una spiaggia del mare Adriatico, una bambina di due anni che procedeva sulla sabbia carponi, mostrando la ferocia della tigre, e una certa felicità nel vedere il viso terrorizzato dei suoi genitori. L’incedere minaccioso della “belva” finiva poi con un abbraccio e tanti baci. Chi era quella bimba? Lascio a voi indovinare.  

Sentirsi un leone è come avere il potere di dominare, di vincere. L’importante è saper usare questa energia per uno scopo nobile: la bontà. Ovviamente la vita ha tanti momenti difficili, ma sapere che la tua energia può salvare qualcun altro ti fa sentire importante e partecipe." 

Alberto Praticelli si interessa, fin dal Liceo classico, alla scrittura di vario genere. Quando si ritrova padre di due vivaci figliolette, ha finalmente l’occasione di dare libero sfogo a tutta la sua fantasia. Nascono così diversi racconti, in prosa e in rima, per bambini di tutte le età. Ha partecipato con successo ad alcuni concorsi letterari e pubblicato con Edizioni il Ciliegio I Tre Pasticcioni.



27/03/24

Mara dal Mare e i Fiori di Fuoco

 Una storia sull'autodeterminazione e sul coraggio delle proprie scelte

Ecco quanto ci hanno raccontato gli autori del libro, Giordana Molin e  Andrea Bertini, sulla storia di Mara...

«"Può una ragazzina cambiare il destino di tre regni?". È quello che si chiede Mara quando, durante il tradizionale anno di Servizio alla corte del re della Terra, si trova ad affrontare una terribile minaccia: la distruzione di una delle capitali dei Popoli. 

Mentre il re della Terra, il re dell’Aria e quello dell’Acqua non si risparmiano i colpi bassi, i loro figli cercano di salvare la propria città, lottando anche contro i pregiudizi che dividono i Popoli. Una strada già tracciata si apre davanti a loro e sembra condurli alla catastrofe “ma la via non è mai una soltanto…”

“Mara dal mare e i Fiori di Fuoco” è una storia sull’autodeterminazione e sul coraggio di fare le proprie scelte senza condizionamenti, anche quando tutto e tutti, attorno, spingono verso una direzione che non vorremmo mai prendere. È una storia di amicizia e inclusività; racconta il viaggio di una ragazza alla scoperta di sé e del mondo, in compagnia di guide favolose e di amici che riuscirà a spronare a essere la migliore versione di sé stessi. 

Le avventure narrate sono il primo capitolo di una serie di romanzi autoconclusivi ma allo stesso tempo tasselli di un racconto più ampio. A ogni tappa di questo viaggio, Marà dovrà superare nuove sfide e risolvere misteri. Ogni tappa le farà incontrare nuovi amici e persone che le sapranno dare preziosi insegnamenti. Ogni passo andrà anche ad aggiungere nuove tessere al puzzle della storia più ampia a cui le sue avventure s’intrecceranno sempre di più.» 


Giordana Molin e Andrea Bertini sono amici da quando hanno ricordi e hanno da sempre condiviso la passione per la lettura e la scrittura. Scrivere a quattro mani è diventato per loro tanto naturale che non sanno nemmeno bene dire quale sia l’esatto schema che usano. Anche perché, come dicono, alla fine non sono nemmeno loro a decidere: sono i personaggi che, una volta che hanno preso vita, guidano le danze e regalano sorprese ed emozioni a loro per primi. Emozioni di cui, garantiscono, non possono più fare a meno.






26/03/24

Infinito Presente

Una mostra dedicata a Yayoi Kusama

Articolo a cura di Lucia Cannone



Il Palazzo della Ragione di Bergamo, in occasione di Bergamo Brescia Capitale della cultura Italiana, ospiterà fino al 21 aprile, la mostra Infinito Presente dedicata all’opera dell’artista giapponese Yayoi Kusama. L’iniziativa è promossa da the Blank Contemporary Art e Comune di Bergamo. La mostra è curata da Stefano Raimondi e l’allestimento è ideato da Maria Marzia Minelli. 

I biglietti venduti, ad oggi, sono 85.000. Questo dato è il segno tangibile di quanto abbiamo tutti bisogno di bellezza e di come l’arte può davvero salvare il mondo e l’umanità.

L’opera di Yayoi Kusama racchiude proprio questo messaggio: la bellezza come mezzo per salvare il mondo. Siamo tutti piccoli pois. Ognuno di noi, seppur di forma e colore diverso, è un unico fondamentale pezzetto dell’umanità e può contribuire a creare armonia e pace. Il nostro compito è quello di vivere nella bellezza e di creare bellezza. 



Lucia Cannone in Fireflies on the Water,
2024 Palazzo della Ragione (BG)
Ho avuto modo di visitare la mostra Infinito Presente e l’esperienza immersiva di Fireflies on the Water è unica. Un solo minuto scorre veloce in apparente solitudine. In realtà non si è soli; si è parte dell’opera stessa. La sensazione è quella di lasciare il proprio corpo fuori dalla stanza e di trasformarsi in uno dei tanti puntini luminosi che si riflettono sull’acqua e sugli specchi dell’installazione. 

Un intenso minuto capace di cancellare qualunque pensiero e di donare pace, bellezza e armonia. Fireflies on the Water proviene dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York, una delle Infinity Mirror Room dell’artista.  







Uno dei volumi della Collana Editoriale bilingue stART, da me scritta ed illustrata, edita nel 2018 da il Ciliegio Edizioni, è dedicata all’opera di Yayoi Kusama. Il volume è presente nel 
Bookstore della mostra. La collana nasce dal desiderio di diffondere il linguaggio dell’arte attraverso il racconto della vita e
delle opere più rappresentative di artisti contemporanei. L’arte contemporanea intesa come lingua universale non conosce confini culturali e geografici. 

É il mezzo attraverso il quale diffondere concetti quali il rispetto della diversità, l’uguaglianza e l’armonia. L’arte contemporanea come mezzo per comprendere più in profondità ciò che accade ogni giorno senza essere distratti dal pensiero comune. L’arte contemporanea come mezzo per andare a fondo nella realtà delle
cose. L’arte contemporanea per stimolare il senso civico e di appartenenza al mondo.




Fireflies on the Water,
The wonderland of Yayoi Kusama,
Edizioni il Ciliegio, 2018
LUCCIOLE SULL’ACQUA, NEW YORK, 2002

"UN’ALTRA CAMERA DEGLI SPECCHI FAMOSA, CHE PROIETTA GLI SPETTATORI IN UN MONDO PARALLELO E INFINITO, È LUCCIOLE SULL’ACQUA. L’INSTALLAZIONE È COSTITUITA DA UN CUBO. ATTRAVERSO UNA PORTA SI ACCEDE AL SUO INTERNO ENTRANDO IN UNA STANZA INTERAMENTE RICOPERTA DI SPECCHI, CON UNA PICCOLA PISCINA DAL FONDO NERO SUL PAVIMENTO. L’ILLUMINAZIONE È FIEVOLE E CREATA DA DECINE DI MINUSCOLE LUCI GIALLE E BLU SOSPESE AL SOFFITTO CHE SI RIFLETTONO ALL’INFINITO. YAYOI AMA IL BUIO E LA LUCE BASSA CHE CREA UN AFFASCINANTE SPAZIO INFINITO E SERENO NEL QUALE PERDERSI, MENTRE LE LAMPADE SOSPESE AL SOFFITTO SI MUOVONO COME LA FIAMMA DI UNA CANDELA. L’INSTALLAZIONE PUÒ ESSERE VISITATA DA UNA PERSONA PER VOLTA, ENTRANDO NEL CUBO E ATTRAVERSANDO LA STANZA SU UNA PEDANA POSATA SULL’ACQUA. IL VISITATORE NON RIESCE A TOCCARE NESSUNA SUPERFICIE E SI SENTE PARTE DI UNO SPAZIO INFINITO DOVE TUTTO È LONTANO E NULLA SI PUÒ RAGGIUNGERE."

Cit. Il Paese delle meraviglie di Yayoi Kusama The wonderland of Yahoo Kusama, Edizioni il Ciliegio, 2018.


Al termine della mostra è possibile lasciare un messaggio scrivendolo con un pennarello su adesivi colorati consegnati all’ingresso. Ho lasciato il mio messaggio ed ho letto molti di essi. Sarebbe bello vederli tutti raccolti in un volume. Il volume dell’armonia, quella generata dall’opera di Yayoi Kusama, prezioso motore dell'umanità. La mostra si conclude con un messaggio di Yayoi Kusama. 




Messaggio scritto da Lucia Cannone









 

UN MESSAGGIO DI YAYOI KUSAMA PER IL MONDO INTERO


Benché essa scintilli appena fuori dalla mia portata, continuo a pregare affinché la speranza risplenda.
Il suo chiarore illumina la nostra strada
Un grandioso bagliore cosmico a lungo atteso
Ora che ci troviamo sul lato oscuro del mondo
Gli dei verranno a rafforzare la fede che abbiamo diffuso in tutto l’universo
Per chi è stato dimenticato, la storia di ogni persona e quella dei suoi cari
È ora di ricerca e un inno di amore per le nostre anime
Nel contesto di questa storica minaccia, una breve esplosione di luce indica il futuro
Intoniamo con gioia questo canto per un futuro splendido

Andiamo!

Avvolti da un profondo amore e dagli sforzi di persone di ogni luogo
Ora è tempo di oltrepassare, di portarci la pace.
Ci raduniamo per amore e spero di appagare quel desiderio
È giunto il momento di combattere e di superare la nostra infelicità
A COVID-19 che ostacola il nostro cammino
Io dico “Sparisci da questa Terra”.
Combatteremo.
Combatteremo questo terribile mostro.
Che le persone di tutto il mondo si alzino in piedi.
La mia profonda riconoscenza a tutti coloro che stanno combattendo.
Rivoluzionari del mondo per opera dell’Arte.



Lucia Cannone nasce a Canosa di Puglia. Laureata in Ingegneria, vive a Torino dove lavora per una multinazionale. La sua carriera artistica comincia con il disegno a china su carta. Realizza adesso installazioni e partecipa a fiere internazionali. Con Edizioni il Ciliegio ha pubblicato, per la collana stART: Il metodo Abramović per i bambini (2017), Trovami: il mio nome è Banksy (2017), Il paese delle meraviglie di Yayoi Kusama (2018), Il mondo al contrario di Anish Kapoor (2018), La storia del tempo di Fiona Tan (2019), Perino & Vele. Un morbido cappotto di cartapesta (2019), I giochi di parole di Jenny Holzer (2019), Ai Weiwei. Cento milioni di semi di girasole in porcellana (2020) e Rebecca Horn. Immersioni spaziali (2021).

www.luciacannone.com





18/03/24

E così sono

Non è mai troppo tardi per ritrovare la propria identità e averne cura...


Carla ha trecento anni e inizia una nuova vita. Finora ha vissuto sospesa, incapace di venire a capo di un’esistenza sofferta.

Durante l’ennesimo ricovero in ospedale, ripercorre le cadute e i fallimenti che hanno fatto a pezzi la sua identità condannandola a un senso di inadeguatezza. Divisa tra la resa e il rifiuto di cedere alla rassegnazione, ripensa ai fardelli che pesano sulle spalle e condizionano il percorso di tante figlie, mogli, madri, lavoratrici, donne come lei.

La lotta contro la malattia e una serie di incontri inaspettati la portano a tentare di fare pace con se stessa e riconoscersi quel valore come persona che a lungo le è stato negato.

Ecco cosa ci ha raccontato il suo autore su come è nato questo libro così particolare: «"Ti va una pizza?". Accettando questa semplice proposta, mi sono ritrovato a scrivere un libro in prima persona nei panni di una donna. Niente male direi. Del resto con la mia amica Carla è sempre andata così: la sua naturalezza disarmante è riuscita a farmi digerire le idee più folli.

Fortunatamente dopo quella pizza mi è sempre stata vicino in tutte le fasi del lavoro, dalla progettazione della storia alla stesura, fino alla rilettura e alle modifiche. Nottate indimenticabili trascorse a raccontarci di qualsiasi cosa, discutere, ragionare e ridere di noi e degli accidenti che la vita riserva.

E così è nata la protagonista di questo libro. Naturalmente non poteva che chiamarsi Carla e raccontare la sua incredibile storia dall’alto dei suoi trecento anni. No, non si tratta di un'aliena o di un essere soprannaturale. Carla è una donna più che mai terrena, più che mai umana, e lo sono anche le altre donne che incontra e con le quali si confronta, a volte addirittura a loro insaputa. 

Donne che apparentemente non hanno niente in comune con lei, per differenza d’età (nessun’altra ha trecento anni!), di provenienza, di progetti. Eppure, che se ne rendano conto o meno, aiutano Carla a fare ciò che in trecento anni non è mai riuscita a fare: guardarsi nel profondo, ripercorrere i fallimenti, riconoscere il proprio valore, fare pace con se stessa, rinascere ancora una volta.

Ironia, leggerezza, temerarietà, paura, dolore, coraggio, sfrontatezza, follia, forza, resilienza, condivisione… quante vite bisogna vivere prima di riuscire a miscelare al meglio gli ingredienti di un’esistenza senza rimpianti, sensi di colpa e timore di inadeguatezza?

La risposta ce la dà lei ed è utile a tutti coloro che, violati nella dignità di persona e caduti nel baratro, siano stanchi di autocommiserarsi e non vogliano mai più perdere di vista il buono della vita. La ricetta è più semplice di quanto si possa pensare, ed è alla portata di tutti. Di chi, come Carla, è un uragano di entusiasmo, un groviglio di emozioni, un desiderio instancabile di vita e di amore da dare e ricevere. Di chi, come Carla, scopre di amare la vita e per questo motivo ne vive infinite.

Ma siccome una fine deve sempre esserci, specie in un libro, e allora che sia un finale a sorpresa, inaspettato e aperto a diverse possibilità. Grazie Carla per avermi "incastrato" in questo nostro ennesimo folle progetto: proseguirò il lavoro sapendoti al mio fianco, come sempre.

Grazie lettrici e lettori: ora Carla e io abbiamo bisogno di voi per completare un sogno nato per caso una sera in pizzeria.»



Tomaso Bortolami

Detto Tommy, padovano classe ’68, musicista e laureato, insegna italiano nelle scuole secondarie. Per il teatro scrive e dirige numerosi spettacoli vincitori di premi nazionali. Ha pubblicato il romanzo Onesti fino a prova contraria (Diogene Multimedia, 2020); la commedia Polli migratori (tradotta in spagnolo) nel testo scolastico Todos a la meta (Zanichelli, 2021). Nel 2022, sempre per Zanichelli, scrive la sceneggiatura di sedici video-storie per il corso di lingua spagnola per la scuola secondaria di secondo grado. Inserito tra i 100 migliori docenti d’Italia (MasterProf.it), Tommy non è diventato una rockstar ma un po’ di tutto, compreso uno scrittore.






14/03/24

Cittadini anche noi!

Educazione alla cittadinanza e al benessere per le bambine e i bambini


Sull'albero del Ciliegio è nato "Educazione civica", il primo volume di una collana rivolta alle bambine e ai bambini della scuola primaria e dedicata all’educazione alla cittadinanza!

Una delle due autrici, Laura Romano, ci racconta come è nato questo meraviglioso progetto: «Ed ecco finalmente il primo volume della collana “Cittadini anche noi!”, dedicata all’educazione alla cittadinanza per le bambine e i bambini da tre a sei anni!

Questo volume - “Educazione civica” - desidera proporre ai più piccoli i valori, i diritti e i doveri che fondano la cittadinanza, dunque non soltanto norme e leggi, tutele e prescrizioni, ma anche atteggiamenti e comportamenti che ciascuno di noi può mettere in gioco nella vita di ogni giorno per il bene comune.

La giovanissima età delle bambine e dei bambini della scuola dell’infanzia, infatti, non implica l’incapacità di conoscere e comprendere i valori e i principi di convivenza, rispetto, legalità su cui si fonda la nostra democrazia, i suoi simboli, le sue figure rappresentative, quel testo -  prezioso, fondamentale e fondante - che è la Costituzione della Repubblica Italiana.

Ai bambini, si sa, piacciono le belle storie e le belle illustrazioni; è la combinazione di questi due elementi che suscita il loro interesse, che cattura la loro attenzione e che li spinge a porre domande per conoscere di più e capire meglio. Non solo. Ai bambini piace potersi immedesimare nei protagonisti, andare alla scoperta del mondo accompagnati da personaggi che fanno esperienze stimolanti, proprio come loro.

Ciascun volume dedicato all’Educazione alla Cittadinanza per i più piccoli è stato creato proprio a partire da questi elementi: storie quotidiane, semplici ma non banali, corredate da illustrazioni curate e fantasiose, vissute da due amici – Ada e Leo – che accompagnano i bambini a scoprire in modo divertente come poter essere, già alla loro età, cittadine e cittadini del loro paese, della loro nazione, del mondo.

Clarissa Mazzoni, autrice dei testi, ha saputo ideare narrazioni piacevoli, ricche di esempi e di esperienze, adatte al pubblico dei più piccoli, che - nel fare e nel giocare - trovano la via maestra per ogni tipo di apprendimento. 

Marzia Di Scianni, autrice delle illustrazioni, ha creato un mondo di forme e di colori capaci di suscitare meraviglia e interesse, emozioni e riflessioni.

Mentre io, Laura Romano, essendo pedagogista e formatrice, ho curato il progetto educativo della collana e, nelle prefazioni, ha sottolineato il valore e l’importanza dei vari contenuti proposti. L’obiettivo comune è stato quello di accompagnare le bambine e i bambini ad avere cura di sé stessi e degli altri, della collettività e del mondo; di aiutarli a proteggere le persone, gli animali, l’ambiente; a riconoscersi nella comunità umana; a sentirsi e ad essere, autenticamente, cittadine e cittadini pronti a fare, ogni giorno, la propria (piccola) parte».

Laura Romano




Clarissa Mazzoni
                                    








Marzia Di Scianni







       

26/02/24

Tata mia... mamma mia!

 Il confronto sincero tra una nanny e un genitore



Un lavoro a quattro mani che racconta dalla A alla Z l’esperienza di una nanny al servizio di famiglie giramondo e quella di una mamma che per un periodo della sua vita ha assunto professioniste specializzate per aiutarla con le figlie. 

I vari aspetti di questo rapporto vengono organizzati in ordine alfabetico: Assunzione; Benvenuta in famiglia; Colloqui; Dieta; Etica; Fiducia e così via. Ciascun tema viene analizzato prima dalla nanny e subito dopo dalla mamma. Ciò che esce dalla narrazione condivisa è la consapevolezza che, al di là di ogni cosa, il bene dei bambini viene prima di tutto: si lavora uniti, si gioca come una squadra affiatata.


Ecco cosa ci hanno raccontato le autrici del libro Vanessa Bonacina ed Elisa Sivieri sul loro progetto: «Vanessa era una di quelle mamme che pensava di farcela sempre da sola. Al massimo si concedeva giusto l’aiuto di qualche parente o amica stretta, certamente non quello di una nanny. Questo finché un imprevisto le ha fatto cambiare idea. Elisa è una professionista che conosce bene questo genere di genitori perché nella sua carriera di tata ne ha incontrati davvero molti e di tutti i tipi. Il suo lavoro l’ha portata in giro per il mondo: ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti, ha accompagnato nella crescita neonati e bambini più grandicelli. 

Dal nostro incontro, avvenuto qualche anno fa in una libreria, è nata nel tempo un’amicizia e poi il progetto di raccogliere in un libro le nostre esperienze e i nostri ricordi di famiglia “ospitante” di ragazze madrelingua inglese da un lato e collaboratrice convivente dall’altro. Tata mia… mamma mia! contiene il nostro vissuto personale e professionale, i pensieri, i sentimenti provati nei confronti dei bambini protagonisti di questa avventura di stretta condivisione ma soprattutto gli insegnamenti che, giorno dopo giorno, abbiamo tratto. 

“Molto spesso le persone che scoprono quale sia il mio lavoro mi sommergono di domande: c’è molta curiosità su come svolgo il mio mestiere, come mi rapporto con i miei datori di lavoro, come organizziamo la quotidianità e le vacanze, i pomeriggi a casa e i viaggi in posti lontani. In queste pagine racconto come grazie agli studi, all’impegno e al sacrificio per la lontananza da casa e dai miei affetti, sono riuscita a trasformare il lavoro di baby-sitter in una professione che mi ha regalato importanti incarichi e incredibili soddisfazioni” racconta la nanny Elisa Sivieri. 

Tata mia… mamma mia!  è suddiviso in capitoli quante sono le lettere dell’alfabeto. Insieme le due autrici raccontano dalla A alla Z l’adrenalina dei colloqui e del momento dell’assunzione, l’emozione dell’ingresso in famiglia e quanto di sé va messo in gioco per accogliere una persona in casa propria. “Far entrare qualcuno di nuovo nel proprio nido - racconta Vanessa Bonacina, mamma di due ragazze - non è semplice. 

La fase di selezione delle candidate è spesso lunga e, anche quando trovi la persona giusta, dare fiducia e affidarle i figli non è un passaggio automatico. Serve tempo, cuore, pazienza”. E certamente tanto coraggio perché convivere non è una passeggiata, condividere spazi e tempo ancora meno. “Il segreto - aggiunge Vanessa - è forse quello di aver ben chiari i rispettivi ruoli: definire fin da subito confini certi per evitare conflitti e garantire la serenità di tutti”. 

Mamma e tata in questo volume offrono il loro punto di vista su temi che interessano la quotidianità dei bambini: l’importanza della sana alimentazione, il gioco all’aria aperta, la lettura di bei libri, il rispetto della propria e altrui unicità. Rimarca Elisa: “Nel corso della mia carriera, ho imparato che non esiste un unico modello di famiglia. Non è vero che una figura come la mia viene richiesta solo da genitori super impegnati e spesso lontani. 

Negli anni ho conosciuto mamme e papà molto presenti e attenti alle esigenze di ciascun figlio”. Un testo che conferma anche come, per il bene individuale e della famiglia, si possano superare i pregiudizi. “Con il tempo - conclude Vanessa - ho imparato che in momenti meravigliosi ma anche delicati, come capita quando nasce un fratellino o una sorellina, è utile mettere da parte l’orgoglio e accettare di essere aiutati: da un parente, un’amica o appunto una tata. 

Grazie alle opportunità create con altre donne ho scoperto il valore della riconoscenza e la gioia del riunire tutti alla stessa tavola nonostante la differenza d’età, lingua, caratteri, provenienza, cultura. Ogni nanny che ha frequentato casa nostra ci ha insegnato qualcosa”. Uno scambio reciproco di cui è convinta anche Elisa, tata con la valigia sempre pronta: “Il nostro compito non è unicamente quello di distribuire consigli e dritte alle famiglie. Noi per prime dobbiamo sforzarci di guardare il mondo con gli occhi di mamme e papà, tanto più se neogenitori. Solo così possiamo andare lontano tutti insieme”».


Vanessa Bonacina è giornalista, autrice di libri per bambini e mamma di un’adolescente che va veloce e di una piccoletta che alleva polli scatenati. Vive a Bergamo, dove coltiva la sua passione per la lettura, la fotografia e i viaggi. Se c’è una cosa che a casa sua non manca mai sono le uova. Alimento che in cucina mette tutti d’accordo: almeno così è capitato alla sua tavola, dove si sono sedute nannies provenienti da ogni dove. Con Edizioni Il Ciliegio nel 2016 ha pubblicato La famiglia Contrarietti, presente nelle librerie anche nella traduzione spagnola La Familia Al Revés.

Elisa Sivieri, nata a Monza ma bergamasca d’adozione, ha girato il mondo per lavoro. Cresciuta nel mito di Mary Poppins, ha maturato in Italia e negli Stati Uniti importanti esperienze professionali come tata convivente. Dopo essersi trasferita in un paesino delle Marche affacciato sul mare, ha realizzato un altro sogno: mettere a disposizione delle giovani leve quanto lei ha imparato negli anni sul campo. Da questo desiderio è nata Tata da favola, un’agenzia di selezione e formazione di personale domestico.

 

22/02/24

Cabrica Storia di Quinto


Un luogo magico, misterioso e affascinante...


Enrico, postino quasi trentenne, dalla morte dei genitori avvenuta anni prima, conduce una vita solitaria: ha pochi amici, tra cui il fedele Tost, e trova conforto nel rifugio di villa Lenca e nella routine. Tutto scorre tranquillo, finché una sera non fa la conoscenza di Dimitri. In poco tempo Enrico si trova in viaggio verso l’isola di Cabrica, dove scopre un mondo straordinario, fatto di natura incontaminata, tecnologie sconosciute sulla Terra, e popolato da persone di ogni nazionalità. 

Qui farà la conoscenza dei suoi compagni di avventura che incorporano strani poteri. Presto capirà il motivo della sua presenza: un asteroide è in rotta di collisione con la Terra. Enrico sembra essere la chiave della salvezza, ma la sua diffidenza pone una sfida ulteriore da superare. Ce la farà a scoprire il suo potenziale e a fidarsi degli altri Elementi? Solo uniti potranno riuscire a salvare l’umanità dall’estinzione.

Questa è la storia presente in "Cabrica - Storia di Quinto". Un libro nato dalla penna del suo autore Sergio Evola in un momento delicato della sua vita, così come ci racconta lui stesso: «Cabrica - Storia di Quinto è stato per me l’esatto esempio di come la scrittura riesce a far superare un brutto momento. Quando ho iniziato a scriverlo vivevo un periodo particolare della mia vita; avevo pochi amici e ancora di meno erano quelli sinceri (molti avevano cambiato città e altri, come spesso succede, si erano persi lungo il cammino della vita).

In questo stato di sconforto e solitudine, ho visto nella scrittura una via di fuga dalla realtà. Cabrica parla innanzitutto di amicizia e di come avere le giuste persone nella tua vita può renderti più sicuro, cosi come Dimitri, Isabeau, Angel e Gamba (gli amici di diversa nazionalità ed età del protagonista) rendono un postino di nome Enrico, solitario prima di arrivare a Cabrica, più consapevole di sé e della sua natura. 

Non è solo Enrico che cerca di salvare l’umanità ma tutti gli Elementi, “insieme”( è anche il titolo di un capitolo del libro). Gli amici, quelli sinceri, quelli che scegli come una seconda famiglia, ti rendono più sicuro, più forte, così come gli amici di Enrico fanno con lui, trasformandolo, via via che le pagine scorrono, fino a farlo diventare il Quinto Elemento.

E proprio quando diventa consapevole delle sue potenzialità, dei sui poteri, Quinto unito agli altri Elementi, richiama l’umanità intera come suo alleato per sconfiggere la minaccia che sta per incombere sulla Terra. Cabrica non parla solo di amicizia, la stessa isola è una protagonista indiretta della storia. Più che una isola, un luogo, Cabrica tende ad essere un punto di riferimento per l’umanità intera: stili di vita ecosostenibili, una cura particolare per la natura, intesa come qualcosa da preservare piuttosto che da "usare" e una tecnologia fuori dal comune, rendono questo luogo affascinante, misterioso e magico, una meta da aggiungere ai prossimi viaggi (durante dei piccoli focus Group di lettura del libro alcune persone mi hanno chiesto se Cabrica accettasse nuovi residenti). 

In Cabrica, incontriamo Enrico, il postino italiano con il suo fidato amico a quattro zampe, Tost; Dimitri, il russo ultracentenario; Isabeau, la speranzosa francese; Àngel, il cileno più energico che abbiate mai conosciuto e Gamba, il super intelligente ghanese. Ognuno riesce a richiamare il potere dei quattro elementi. Ed è proprio per questa loro capacità che è stata affidata loro una grande missione: salvare l’umanità!

La comunità internazionale di ricercatori e scienziati, con le loro famiglie, che abita l'isola, completa il quadro della storia. A partire dalla dolce Mrs Grace che si prende cura dei tre nipoti (l’aspetto materno che fa capolino all’interno del libro) e da suo marito, il Dott. Empa, scienziato geniale e alleato degli Elementi che fa capire, tramite alcune invenzioni che aiutano i comprimari, come questo tipo di tecnologia possa essere un aiuto all’umanità e non qualcosa di cui averne paura. Com’era quella frase? Ah si: "È come la usi che fa la differenza".

Se mi chiedessero: "A quale scena sei più affezionato?". Certamente non avrei dubbi sulla risposta: ho adorato tutte le scene dove sono presenti tutti e cinque gli Elementi. Il senso di appartenenza, l’affetto che si percepisce e il calore famigliare rendono queste scene le mie preferite in assoluto. Le più belle certo ma anche le più difficili da scrivere: far interagire cinque personaggi di diversa nazionalità nella stessa scena, ognuno con i propri caratteri e con una caratterizzante comunicazione, scandita con gli intercalari tipici di ognuno, non è stato proprio un'impresa facile. 

Calarsi ora in un Dimitri, magari arrabbiato, o nella dolce Isabeau che cerca di mettere sempre la pace è stato però divertente e stimolante, lo ammetto: sono proprio le scene che preferisco; dialogare con tutti loro è stato rigenerate e soprattutto salvifico. Menzione speciale va poi a uno degli ultimi capitoli dedicato al discorso di Enrico all’umanità; per scriverlo ci ho impiegato un mese. Non ero mai contento.

Spero che Cabrica e la missione degli Elementi possa essere capita per quello che veramente è. E se riuscisse a piantare in qualche lettore il seme per cambiare approccio nei confronti del pianeta e degli altri, ne sarei contento. Buona lettura!».


Sergio Angelo Evola nasce a Catania nel 1982. Laureatosi in Scienze della Comunicazione, ha frequentato l’Accademia del cinema e ha collaborato con diverse emittenti televisive. Attualmente svolge il lavoro di Social Media Manager e vive ai piedi di un vulcano con il suo fedele amico a quattro zampe, Tost. Con Il Ciliegio Edizioni pubblica il suo primo libro: Cabrica, storia di Quinto.















 

21/02/24

Kara Elizabeth Walker Silhouette

 Cosa vuol dire essere liberi?

Kara Elizabeth Walker è un’artista afroamericana, nata in California nel 1969. Le opere di Kara affrontano temi politici e sociali come il razzismo, la schiavitù e le discriminazioni con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico in merito alle ingiustizie subite dalle popolazioni di colore nel corso della loro storia. Kara crea figure bidimensionali ritagliando sagome di carta che utilizza per creare collage, ombre cinesi, lanterne e marionette. L’artista realizza inoltre installazioni, sculture e video.

Ecco cosa racconta del libro la sua autrice Lucia Cannone: «Silhouette è il titolo del quattordicesimo volume della collana bilingue stART. La collana nasce dal desiderio di diffondere il linguaggio dell’arte attraverso il racconto della vita e delle opere più rappresentative di artisti contemporanei. 

L’arte contemporanea intesa come lingua universale non conosce confini culturali e geografici ed è un mezzo attraverso il quale diffondere concetti quali il rispetto della diversità, l’uguaglianza e l’armonia. Ho già affrontato questi temi in altri volumi della collana e desideravo, in particolare,  dedicare un volume ai temi del razzismo. 

Kara è un’artista africana che ha sperimentato in prima persona la discriminazione. Kara racconta, attraverso le sue opere, le violenze e le cattiverie subite dalle popolazioni africane, soprattutto dalle donne.  Le opere di Kara stimolano i più piccoli a riflettere sulla storia e sul concetto di libertà intesa in un senso ampio. Attraverso il racconto della schiavitù l’artista affronta il più ampio tema della sottomissione. Essere sottomessi significa non essere liberi di pensare e agire per come si vorrebbe. 

Nei rapporti umani possono crearsi situazioni di potere, quando una persona prevale sull’altra. La persona più debole non è dunque più libera di agire. La possibilità di fare ciò che ci fa star bene, nel rispetto degli altri, è un diritto a cui nessuno dovrebbe rinunciare. 

Un altro motivo che mi ha spinto a scrivere un libro su Kara Walker è il fatto che l’artista, attraverso le sue opere, porta alla luce aspetti della storia che i libri, i film e le opere d’arte del passato hanno tenuto volutamente nascosto. Tra le opere realizzate da Kara con questo obiettivo c’è FONS AMERICANUS del 2019. Quest’opera è la riproduzione del Victoria Memorial che si trova a Londra difronte alla residenza reale di Buckingham Palace. 

Il monumento è un omaggio al regno della Regina Vittoria. Kara ha riprodotto il Victoria Memorial all’interno della Turbine Hall della TATE Gallery a Londra. L’opera di Kara, diversamente dal memorial, non è un omaggio al Regno della Regina Vittoria; ha l’obiettivo di far riflettere sui soprusi subiti dalle popolazioni africane durante il regno della Regina Vittoria. La storia raccontata da un altro punto di vista, attraverso un’opera d’arte, non si può dimenticare. 

Qualche mese fa a Londra ho rivisto il Victoria Memorial e non ho potuto fare a meno di pensare a Kara. L’arte contemporanea non è arte fine a sé stessa. L’arte contemporanea offre la possibilità di guardare le cose da più punti di vista per comprendere in profondità il passato e vivere il futuro con più consapevolezza.»

https://www.luciacannone.com/  

Lucia Cannone è nata a Canosa di Puglia ed è laureata in ingegneria. Vive a Torino e lavora per una multinazionale. Realizza installazioni e partecipa a fiere di arte internazionali. Illustra e scrive libri per bambini. Con Edizioni Il Ciliegio, per la collana stART, ha già pubblicato dieci volumi dedicati all’arte contemporanea. Conduce laboratori per bambini e adulti e attraverso l’arte contemporanea favorisce lo sviluppo delle competenze sociali ed emotive.



15/02/24

Riccia e Purnio di nuovo insieme

Sfide, ostacoli e nuove amicizie per conoscersi sempre di più...


Dopo la pubblicazione nel 2021 di Riccia e Purnio, in questi nuovi episodi ritroviamo i due simpatici protagonisti un po’ più cresciuti e alle prese con sfide, ostacoli e sensazioni mai sperimentate né affrontate: dall’accettazione di sé alla gelosia furiosa, dalle amicizie inaspettate nate nel folto del bosco all’emozione del palcoscenico condita da ansia da prestazione, Riccia e Purnio, sanno tenerci sempre con il fiato sospeso.

Ma come sono nate queste nuove avventure? Elena Bonetti, l'autrice del libro, racconta che: «Riccia e Purnio di nuovo insieme nasce come proseguimento “naturale” di Riccia e Purnio, pubblicato nel 2021.

Al centro dei racconti (3 episodi per libro) ci sono i due protagonisti: una riccia di nome Agata, sognatrice che adora leggere e una talpa di nome Purnio, timido e un genio dei computer.  I due si conosco una mattina perché Riccia sente delle urla nel bosco: vedendo Purnio in difficoltà lo aiuta e da quel momento diventano inseparabili.

Ho voluto costruire ciascun episodio basandomi su una tematica principale, un filo conduttore come: le bugie, l’ansia di prestazione, la difficoltà dell’accettare la propria diversità soprattutto a causa dello sguardo altrui, la gelosia nell’amicizia e il lavoro di squadra.

L'ispirazione è arrivata dalla mia esperienza personale. Lavorando, infatti, a teatro e conducendo laboratori teatrali a scuola, mi immergo nel mondo dei bambini e delle loro dinamiche. Durante questi momenti lavorativi mi è capitato spesso di osservare qualcosa che mi incuriosisce e di annotarlo; ed è così che ho arricchito i miei personaggi e i racconti.

Curiosità: come dicevo sono un’attrice e l’ultimo episodio del sequel, “Caccia al tesoro” è un omaggio al teatro. Riccia, Purnio e gli altri amici sono agitatissimi perché devono mettere in scena da lì a poco lo spettacolo di fine anno e non sanno come risolvere la situazione dei travestimenti che paiono essere spariti.

Mi piace pensare che i bambini si possano riconoscere nelle situazioni che vivono i personaggi e negli ostacoli che in qualche modo devono superare. Desidero che con i miei racconti i lettori e le lettrici possano dire: “Ok, allora non solo io mi sento così! Come andrà a finire? Se ce l’ha fatta Riccia posso farcela anche io”.

Elena Bonetti è un’attrice bergamasca laureata in Lingue e Letterature straniere. Scrive e partecipa agli spettacoli in italiano e lingue straniere de “Il Divano delle Favole”, in cui le storie costituiscono il ponte tra la realtà e la finzione scenica. Conduce laboratori anche in inglese, tedesco e francese, servendosi del gioco teatrale come strumento ludico di apprendimento. Ama leggere e passeggiare con la sua cagnolona Gretel, osservando le persone per arricchire il suo “baule dei personaggi”. Per Edizioni il Ciliegio ha pubblicato Riccia e Purnio e Il Letto Magico.



09/02/24

Il limite

 Limite come soglia, limite come orizzonte nuovo...


Una storia motivazionale indirizzata a piccoli lettori che porta a considerare cosa è un limite e a cosa serve. A presentarcelo, la sua autrice Vanessa Policicchio Rizzoli: «Quando ho iniziato a fare un po’ di ricerche per scrivere questo albo, la cosa che più mi ha colpita è il fatto che la parola non abbia un’etimologia chiara che ne esplichi il significato in modo univoco: questo termine deriva infatti da due diversi sostantivi latini ossia limes limitis e limen liminis. 

Con il primo dei termini, i latini si riferivano a ciò che per l’uomo è da ostacolo, quindi la parola assumeva un significato negativo che stava a indicare una barriera invalicabile che relegava l’uomo in una zona oltre il cui confine non si poteva giungere. 

Utilizzando il secondo dei termini il concetto assumeva una valenza del tutto differente: il limite diventava una soglia oltre la quale l’uomo era destinato a giungere in una dimensione diversa, nuova e ricca di orizzonti tutti da scoprire.

Infatti un limite può bloccare, provocare frustrazione e mettere in difficoltà. Ma può essere anche un punto di partenza, una porta da oltrepassare o un ostacolo da superare. Non senza paura, ma sempre con coraggio. Da qui è nato “Il limite”. Questo "passaggio" a volte può essere scomodo, a volte estremamente conveniente. A volte siamo noi a imporcelo, altre volte gli altri.

Quasi sempre il limite è solo dentro di noi, come un confine, e ci spinge ad osservarlo e a riflettere per capire l’importanza di averlo per poterlo superare. Un albo per grandi e piccoli, adatto in particolar modo alla fascia d’età della scuola secondaria per tutte le domande e i nodi che porta a risolvere e vestito perfetto per tutti gli sportivi.

La cosa che rende questo libro straordinario sono le originalissime illustrazioni di Elena Casiglio, realizzate interamente con la tecnica dei diorami.»


Vanessa Policicchio Rizzoli, classe 1982, è nata e vive a Latina. Medico anestesita e rianimatore, è un’appassionata lettrice. Scoperto il meraviglioso mondo degli albi illustrati, ha cominciato a
collezionarli, leggerli e infine studiarli. Ha iniziato così a immaginare e a scrivere storie sempre nuove da raccontare. Per Edizioni il Ciliegio ha scritto Brilla, illumina e risplendi! e Il Signor Meteo.
È membro di ICWA.



Dolly ha perso un orecchio

Cosa sarà successo all'orecchio di Dolly?


 
Dolly si sveglia una mattina e si accorge di aver perso un orecchio. Lo cerca in tutta la casa, ma sembra scomparso. Il lettore, pagina dopo pagina, cerca con Dolly l’orecchio perduto, che alla fine viene ritrovato nella cesta del gatto. Tutto sembra risolto, ma la storia non è finita, nell’ultima pagina si scopre infatti che Dolly non è il personaggio che appare nella prima... 
La storia ci insegna che bisogna guardare con occhi nuovi, con una nuova prospettiva. Niente è come sembra. Chi sarà allora Dolly? Ce lo racconta la sua autrice Elena Glorini...

«La storia di Dolly è nata per caso una domenica mattina. Una delle mie figlie si era alzata e mi aveva fatto notare che uno dei pon pon che fungevano da orecchie del personaggio che aveva stampato sul suo pigiama si stava staccando. Le spiaceva perché era nuovo e così mi disse: "Per fortuna l’orecchio di Dolly non si è perso". Aveva infatti deciso di dare questo nome al personaggio perché era buffo e simpatico. In quel momento mi è venuta un pensiero: e se, invece, Dolly avesse perso l’orecchio? Così è nata la storia di Dolly e della ricerca del suo orecchio. 

Ho pensato che la storia e soprattutto le immagini, avrebbero potuto coinvolgere i piccoli lettori in questa ricerca, stanza per stanza, pagina dopo pagina, fino all’epilogo finale dove ho voluto mettere un “colpo di scena” che svela chi sia in realtà Dolly: non un personaggio vero, ma l’immagine su un pigiama. 

L’idea era quella di incuriosire il lettore e spingerlo a rileggere e rivedere subito le immagini dall’inizio, non più con gli occhi di Dolly, ma con quelli della bambina. Mia figlia nel frattempo è cresciuta, il pigiama è diventato stretto, ma lo conserviamo con cura perché grazie a lui è nata questa storia.»

Elena Glorini è autrice di fiabe, racconti brevi e poesie per vari editori. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in diversi concorsi letterari. Vive in provincia di Lecco con il marito, tre figlie e una micia.