26/03/19

Come nasce un libro per bambini: "La vita dell'apetta Linda"


di Liliane Laemmle



Mi chiamo Liliane Laemmle, sono nata in Brasile, anche se ho un cognome tedesco. Nel 2003 ho voluto venire a cercare “fortuna”, si fa per dire, in Italia.

Ho deciso di venire nel vostro Paese per ampliare le mie conoscenze sul design italiano, la cultura del bello e del fare bene; per capire cosa ci fosse di tanto speciale. Per rimanere ho dovuto affrontare momenti difficili soprattutto a causa della burocrazia. Rimanevo tre mesi, andavo via, poi ritornavo, e così ho fatto per un anno.

Per andare al lavoro prendevo un treno minuscolo, uno di quelli con un’unica carrozza. Ho visto molte realità in quel trenino… inclusa la mia. Non avrei mai pensato di essere straniera (o extracomunitari come si usa dire qua) in un Paese. Pensavo che non avrei mai dovuto affrontare così tanti problemi. Tutte queste differenze che vedevo ogni giorno mi hanno fatto crescere molto come persona: ho iniziato ad apprezzare molto di più le differenze.

Per fortuna non ho avuto difficoltà a integrarmi. Forse il sorriso e la spensieratezza della mia cultura mi hanno aiutata ogni giorno a fare nuove amicizie.

Mi sono impegnata a imparare meglio che potevo la lingua italiana, senza trascurare la pronuncia, gli accenti, volevo essere ben accetta nella società.
Poi, nel 2006, ho avuto la fortuna di ottenere la cittadinanza tedesca, grazie al mio bisnonno, sono diventata cittadina europea e le porte dell’Italia si sono spalancate definitivamente.

A volte penso che le mie origini di migrante in Brasile, origini che affondano le radici in una famiglia che si è data molto da fare, abbiano influenzato il mio spirito di avventura e mi abbiano incentivata a perseverare, senza farmi sopraffare dallo sconforto.

Per questo, se un giorno mia figlia avesse la curiosità di andare a conoscere altri popoli, vorrei che fosse il più aperta possibile mentalmente. Mi auguro che possa avere unaccoglienza come quella che io ho avuto qui in Italia grazie ad alcune persone meravigliose.

Per integrarsi bene, bisogna rispettare e studiare la cultura locale, essere curiosi, avventurosi.
Per questo è nata una storia che parla di avventura, di accoglienza, di stima per gli immigrati: tutto quello che vorrei che la mia bimba avesse come sue caratteristiche, e che magari potesse condividere con la figlia di Iolanda.

Tutto è iniziato da una chiacchierata tra me e Iolanda nel 2016 sul fatto di disegnare qualcosa a mano per poter dare vita a una storia divertente da lasciare alle nostre bambine come nostro ricordo. Era solo un pensiero che ci era venuto in mente nei nostri tanti incontri, ma che ha preso velocemente corpo.

Un po’ alla volta abbiamo scritto la storia della vita di mia figlia, che, ogni anno, seguiva i suoi genitori nei viaggi in Brasile per andare a trovare i parenti, ma anche per farle conoscere quella che è la sua città natale, il suo Paese di origine e la cultura che esso esprime. Iolanda era d’accordo perché rappresentava molto anche la vita di sua figlia, che nutriva sempre molta curiosità per questi posti lontani, spesso sconosciuti, dove vivevano bambini in difficoltà e bisognosi di aiuto.

Il progetto è così nato, e non molto tempo dopo avevamo scritto e illustrato un libro. Iolanda ha strutturato la bozza e ci siamo dette: “Perché no? Perché non presentare il nostro lavoro a una o più case editrici per vedere se può essere interessante la nostra storia? E così è stato. Iolanda si è presentata alla casa editrice “Il Ciliegio” e ha trovato una persona molto disponibile ed empatica che ha capito che la storia messa in un certo modo poteva essere interessante.

L’idea principale era di insegnare alle nostre bimbe ciò che ci caratterizzava: ovvero questa specie di “fiamma” che ci porta ad aiutare il prossimo, che Iolanda ed io siamo due persone diverse, ma che possiamo felicemente convivere ed imparare l’una dall’altra. Volevamo sottolineare l’importanza di essere gentili con gli altri, indipendentemente dal fatto che siano conosciuti o meno. Desideravamo tirar fuori quell’energia che tutti hanno dentro, ma che spesso non esprimono.

Abbiamo scelto di raccontare e rappresentare la storia di un’ape con le ali a forma di cuore, le antenne e tutto il resto (tutti simboli di diversità) per poter mostrare alle nostre bimbe che è possibile essere degli esseri umani migliori.

Non sappiamo cosa riserverà loro il futuro, ma crediamo che sia giusto educarle in questo modo: lasciando impressa, in un libro per bambini, tutta la bellezza di imparare a convivere con le differenze, senza pregiudizio e senza volere nulla in cambio. Spiegando che è possibile scoprire il mondo senza rimanere chiusi nel proprio Paese di origine. Ci piace pensare che il mondo del futuro possa essere di tutti, privo di barriere: come è oggi Internet (se usato a fin di bene), che ci dà l’opportunità di aiutare e avvicinare i popoli della Terra. Le barriere dividono, ci ricordano la razza delle persone rimarcando le differenze, mentre dovremmo pensare che siamo tutti esseri umani diversamente uguali”, con i propri bisogni e diritti essenziali.
Perché un’ape?

Abbiamo trovato nell’ape un veicolo perfetto dei nostri valori, che oltre a produrre il miele dalle proprietà terapeutiche, è un insetto così prezioso per noi e anche per la salute dei bambini e del pianeta.

L’ape è una grande lavoratrice, attivissima in società, nata per il lavoro di squadra. Ha un innato rispetto per il prossimo. Le api si aiutano a vicenda e alcune storie di questi incredibili insetti dovrebbero essere prese come esempi: si pensi a quelle api che per qualche motivo arrivano all’alveare sporche di veleno, le “amiche” si impegnano a ripulirle velocemente per non farle morire e per non contaminare l’alveare. Un lavoro di famiglia, di equipe.

Inoltre l’ape è persistente, paziente… insomma: è un insetto speciale, molto intelligente.
Nella vita operosa e altruistica delle api, sempre in viaggio, abbiamo voluto trovare delle analogie con la vita di tanti bambini che oggi sono divisi tra due Paesi; che quando possono vanno a trovare i parenti lontani e respirano un’aria spesso molto diversa dal Paese che li ospita.

Oppure quei piccoli che hanno due case perché i loro genitori non stanno più insieme, e così, seppur in modo diverso, portano avanti due piccoli mondi paralleli che devono coesistere nella loro vita.
“Quanto gli piace avere due case” due nazioni, due lingue, amici e parenti dalle due parti... Nonni di qua e di là.

Scrivere questo libro è stato un modo per riuscire a spiegare il perché dei nostri spostamenti tra Brasile e Italia con tanti bagagli e sacrifici.

Ed è così che nasce La vita dell’apetta Linda: avventura, buon cuore, ma anche divertimento e spensieratezza. L’obiettivo è vivere bene e cogliere i bei momenti del presente e quelli che si presenteranno in futuro.

A volte mi chiedo: “Perché sono qui, in Italia?”, e la risposta è: “Perché ho avuto la fortuna di conoscere persone d’oro che mi hanno aiutata in momenti difficili”. Momenti che ogni straniero può vivere in un Paese che non è il suo; lontano dalla sua famiglia e dalle diverse abitudini.

La stessa Iolanda, è una di queste persone che mi ha aiutato con la sua generosità. Ho imparato molto da lei, in questi anni di amicizia. Ci conosciamo dal 2006. Il libro è stato un sogno realizzato. La volontà quella di lasciare il mio nome qui, in Italia, dove vivrò per tanti anni della mia vita, segnando il mio passaggio in questa terra. Devo tutto questo all’insistenza della mia amica Iolanda Monacelli e al sostegno della casa editrice Il Ciliegio.

Infine vorrei ringraziare mio marito Gabriele Trapella, perché lui ha rifatto il libro da capo per poter essere così com’è: lo ha ridisegnato tutto a computer. Se non ci fosse stato lui, non saremmo mai riuscite a ottenere la qualità grafica che abbiamo ottenuto.


Iolanda Monacelli, nata a Modena, diplomata in Grafica pubblicitaria e fotografia, lavora come grafica freelance.

Liliane Laemmle laureata in Disegno industriale, ama da sempre realizzare anche illustrazioni per bambini. Dal 2003 vive tra il Brasile e Reggio Emilia.