26/02/24

Tata mia... mamma mia!

 Il confronto sincero tra una nanny e un genitore



Un lavoro a quattro mani che racconta dalla A alla Z l’esperienza di una nanny al servizio di famiglie giramondo e quella di una mamma che per un periodo della sua vita ha assunto professioniste specializzate per aiutarla con le figlie. 

I vari aspetti di questo rapporto vengono organizzati in ordine alfabetico: Assunzione; Benvenuta in famiglia; Colloqui; Dieta; Etica; Fiducia e così via. Ciascun tema viene analizzato prima dalla nanny e subito dopo dalla mamma. Ciò che esce dalla narrazione condivisa è la consapevolezza che, al di là di ogni cosa, il bene dei bambini viene prima di tutto: si lavora uniti, si gioca come una squadra affiatata.


Ecco cosa ci hanno raccontato le autrici del libro Vanessa Bonacina ed Elisa Sivieri sul loro progetto: «Vanessa era una di quelle mamme che pensava di farcela sempre da sola. Al massimo si concedeva giusto l’aiuto di qualche parente o amica stretta, certamente non quello di una nanny. Questo finché un imprevisto le ha fatto cambiare idea. Elisa è una professionista che conosce bene questo genere di genitori perché nella sua carriera di tata ne ha incontrati davvero molti e di tutti i tipi. Il suo lavoro l’ha portata in giro per il mondo: ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti, ha accompagnato nella crescita neonati e bambini più grandicelli. 

Dal nostro incontro, avvenuto qualche anno fa in una libreria, è nata nel tempo un’amicizia e poi il progetto di raccogliere in un libro le nostre esperienze e i nostri ricordi di famiglia “ospitante” di ragazze madrelingua inglese da un lato e collaboratrice convivente dall’altro. Tata mia… mamma mia! contiene il nostro vissuto personale e professionale, i pensieri, i sentimenti provati nei confronti dei bambini protagonisti di questa avventura di stretta condivisione ma soprattutto gli insegnamenti che, giorno dopo giorno, abbiamo tratto. 

“Molto spesso le persone che scoprono quale sia il mio lavoro mi sommergono di domande: c’è molta curiosità su come svolgo il mio mestiere, come mi rapporto con i miei datori di lavoro, come organizziamo la quotidianità e le vacanze, i pomeriggi a casa e i viaggi in posti lontani. In queste pagine racconto come grazie agli studi, all’impegno e al sacrificio per la lontananza da casa e dai miei affetti, sono riuscita a trasformare il lavoro di baby-sitter in una professione che mi ha regalato importanti incarichi e incredibili soddisfazioni” racconta la nanny Elisa Sivieri. 

Tata mia… mamma mia!  è suddiviso in capitoli quante sono le lettere dell’alfabeto. Insieme le due autrici raccontano dalla A alla Z l’adrenalina dei colloqui e del momento dell’assunzione, l’emozione dell’ingresso in famiglia e quanto di sé va messo in gioco per accogliere una persona in casa propria. “Far entrare qualcuno di nuovo nel proprio nido - racconta Vanessa Bonacina, mamma di due ragazze - non è semplice. 

La fase di selezione delle candidate è spesso lunga e, anche quando trovi la persona giusta, dare fiducia e affidarle i figli non è un passaggio automatico. Serve tempo, cuore, pazienza”. E certamente tanto coraggio perché convivere non è una passeggiata, condividere spazi e tempo ancora meno. “Il segreto - aggiunge Vanessa - è forse quello di aver ben chiari i rispettivi ruoli: definire fin da subito confini certi per evitare conflitti e garantire la serenità di tutti”. 

Mamma e tata in questo volume offrono il loro punto di vista su temi che interessano la quotidianità dei bambini: l’importanza della sana alimentazione, il gioco all’aria aperta, la lettura di bei libri, il rispetto della propria e altrui unicità. Rimarca Elisa: “Nel corso della mia carriera, ho imparato che non esiste un unico modello di famiglia. Non è vero che una figura come la mia viene richiesta solo da genitori super impegnati e spesso lontani. 

Negli anni ho conosciuto mamme e papà molto presenti e attenti alle esigenze di ciascun figlio”. Un testo che conferma anche come, per il bene individuale e della famiglia, si possano superare i pregiudizi. “Con il tempo - conclude Vanessa - ho imparato che in momenti meravigliosi ma anche delicati, come capita quando nasce un fratellino o una sorellina, è utile mettere da parte l’orgoglio e accettare di essere aiutati: da un parente, un’amica o appunto una tata. 

Grazie alle opportunità create con altre donne ho scoperto il valore della riconoscenza e la gioia del riunire tutti alla stessa tavola nonostante la differenza d’età, lingua, caratteri, provenienza, cultura. Ogni nanny che ha frequentato casa nostra ci ha insegnato qualcosa”. Uno scambio reciproco di cui è convinta anche Elisa, tata con la valigia sempre pronta: “Il nostro compito non è unicamente quello di distribuire consigli e dritte alle famiglie. Noi per prime dobbiamo sforzarci di guardare il mondo con gli occhi di mamme e papà, tanto più se neogenitori. Solo così possiamo andare lontano tutti insieme”».


Vanessa Bonacina è giornalista, autrice di libri per bambini e mamma di un’adolescente che va veloce e di una piccoletta che alleva polli scatenati. Vive a Bergamo, dove coltiva la sua passione per la lettura, la fotografia e i viaggi. Se c’è una cosa che a casa sua non manca mai sono le uova. Alimento che in cucina mette tutti d’accordo: almeno così è capitato alla sua tavola, dove si sono sedute nannies provenienti da ogni dove. Con Edizioni Il Ciliegio nel 2016 ha pubblicato La famiglia Contrarietti, presente nelle librerie anche nella traduzione spagnola La Familia Al Revés.

Elisa Sivieri, nata a Monza ma bergamasca d’adozione, ha girato il mondo per lavoro. Cresciuta nel mito di Mary Poppins, ha maturato in Italia e negli Stati Uniti importanti esperienze professionali come tata convivente. Dopo essersi trasferita in un paesino delle Marche affacciato sul mare, ha realizzato un altro sogno: mettere a disposizione delle giovani leve quanto lei ha imparato negli anni sul campo. Da questo desiderio è nata Tata da favola, un’agenzia di selezione e formazione di personale domestico.

 

22/02/24

Cabrica Storia di Quinto


Un luogo magico, misterioso e affascinante...


Enrico, postino quasi trentenne, dalla morte dei genitori avvenuta anni prima, conduce una vita solitaria: ha pochi amici, tra cui il fedele Tost, e trova conforto nel rifugio di villa Lenca e nella routine. Tutto scorre tranquillo, finché una sera non fa la conoscenza di Dimitri. In poco tempo Enrico si trova in viaggio verso l’isola di Cabrica, dove scopre un mondo straordinario, fatto di natura incontaminata, tecnologie sconosciute sulla Terra, e popolato da persone di ogni nazionalità. 

Qui farà la conoscenza dei suoi compagni di avventura che incorporano strani poteri. Presto capirà il motivo della sua presenza: un asteroide è in rotta di collisione con la Terra. Enrico sembra essere la chiave della salvezza, ma la sua diffidenza pone una sfida ulteriore da superare. Ce la farà a scoprire il suo potenziale e a fidarsi degli altri Elementi? Solo uniti potranno riuscire a salvare l’umanità dall’estinzione.

Questa è la storia presente in "Cabrica - Storia di Quinto". Un libro nato dalla penna del suo autore Sergio Evola in un momento delicato della sua vita, così come ci racconta lui stesso: «Cabrica - Storia di Quinto è stato per me l’esatto esempio di come la scrittura riesce a far superare un brutto momento. Quando ho iniziato a scriverlo vivevo un periodo particolare della mia vita; avevo pochi amici e ancora di meno erano quelli sinceri (molti avevano cambiato città e altri, come spesso succede, si erano persi lungo il cammino della vita).

In questo stato di sconforto e solitudine, ho visto nella scrittura una via di fuga dalla realtà. Cabrica parla innanzitutto di amicizia e di come avere le giuste persone nella tua vita può renderti più sicuro, cosi come Dimitri, Isabeau, Angel e Gamba (gli amici di diversa nazionalità ed età del protagonista) rendono un postino di nome Enrico, solitario prima di arrivare a Cabrica, più consapevole di sé e della sua natura. 

Non è solo Enrico che cerca di salvare l’umanità ma tutti gli Elementi, “insieme”( è anche il titolo di un capitolo del libro). Gli amici, quelli sinceri, quelli che scegli come una seconda famiglia, ti rendono più sicuro, più forte, così come gli amici di Enrico fanno con lui, trasformandolo, via via che le pagine scorrono, fino a farlo diventare il Quinto Elemento.

E proprio quando diventa consapevole delle sue potenzialità, dei sui poteri, Quinto unito agli altri Elementi, richiama l’umanità intera come suo alleato per sconfiggere la minaccia che sta per incombere sulla Terra. Cabrica non parla solo di amicizia, la stessa isola è una protagonista indiretta della storia. Più che una isola, un luogo, Cabrica tende ad essere un punto di riferimento per l’umanità intera: stili di vita ecosostenibili, una cura particolare per la natura, intesa come qualcosa da preservare piuttosto che da "usare" e una tecnologia fuori dal comune, rendono questo luogo affascinante, misterioso e magico, una meta da aggiungere ai prossimi viaggi (durante dei piccoli focus Group di lettura del libro alcune persone mi hanno chiesto se Cabrica accettasse nuovi residenti). 

In Cabrica, incontriamo Enrico, il postino italiano con il suo fidato amico a quattro zampe, Tost; Dimitri, il russo ultracentenario; Isabeau, la speranzosa francese; Àngel, il cileno più energico che abbiate mai conosciuto e Gamba, il super intelligente ghanese. Ognuno riesce a richiamare il potere dei quattro elementi. Ed è proprio per questa loro capacità che è stata affidata loro una grande missione: salvare l’umanità!

La comunità internazionale di ricercatori e scienziati, con le loro famiglie, che abita l'isola, completa il quadro della storia. A partire dalla dolce Mrs Grace che si prende cura dei tre nipoti (l’aspetto materno che fa capolino all’interno del libro) e da suo marito, il Dott. Empa, scienziato geniale e alleato degli Elementi che fa capire, tramite alcune invenzioni che aiutano i comprimari, come questo tipo di tecnologia possa essere un aiuto all’umanità e non qualcosa di cui averne paura. Com’era quella frase? Ah si: "È come la usi che fa la differenza".

Se mi chiedessero: "A quale scena sei più affezionato?". Certamente non avrei dubbi sulla risposta: ho adorato tutte le scene dove sono presenti tutti e cinque gli Elementi. Il senso di appartenenza, l’affetto che si percepisce e il calore famigliare rendono queste scene le mie preferite in assoluto. Le più belle certo ma anche le più difficili da scrivere: far interagire cinque personaggi di diversa nazionalità nella stessa scena, ognuno con i propri caratteri e con una caratterizzante comunicazione, scandita con gli intercalari tipici di ognuno, non è stato proprio un'impresa facile. 

Calarsi ora in un Dimitri, magari arrabbiato, o nella dolce Isabeau che cerca di mettere sempre la pace è stato però divertente e stimolante, lo ammetto: sono proprio le scene che preferisco; dialogare con tutti loro è stato rigenerate e soprattutto salvifico. Menzione speciale va poi a uno degli ultimi capitoli dedicato al discorso di Enrico all’umanità; per scriverlo ci ho impiegato un mese. Non ero mai contento.

Spero che Cabrica e la missione degli Elementi possa essere capita per quello che veramente è. E se riuscisse a piantare in qualche lettore il seme per cambiare approccio nei confronti del pianeta e degli altri, ne sarei contento. Buona lettura!».


Sergio Angelo Evola nasce a Catania nel 1982. Laureatosi in Scienze della Comunicazione, ha frequentato l’Accademia del cinema e ha collaborato con diverse emittenti televisive. Attualmente svolge il lavoro di Social Media Manager e vive ai piedi di un vulcano con il suo fedele amico a quattro zampe, Tost. Con Il Ciliegio Edizioni pubblica il suo primo libro: Cabrica, storia di Quinto.















 

21/02/24

Kara Elizabeth Walker Silhouette

 Cosa vuol dire essere liberi?

Kara Elizabeth Walker è un’artista afroamericana, nata in California nel 1969. Le opere di Kara affrontano temi politici e sociali come il razzismo, la schiavitù e le discriminazioni con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico in merito alle ingiustizie subite dalle popolazioni di colore nel corso della loro storia. Kara crea figure bidimensionali ritagliando sagome di carta che utilizza per creare collage, ombre cinesi, lanterne e marionette. L’artista realizza inoltre installazioni, sculture e video.

Ecco cosa racconta del libro la sua autrice Lucia Cannone: «Silhouette è il titolo del quattordicesimo volume della collana bilingue stART. La collana nasce dal desiderio di diffondere il linguaggio dell’arte attraverso il racconto della vita e delle opere più rappresentative di artisti contemporanei. 

L’arte contemporanea intesa come lingua universale non conosce confini culturali e geografici ed è un mezzo attraverso il quale diffondere concetti quali il rispetto della diversità, l’uguaglianza e l’armonia. Ho già affrontato questi temi in altri volumi della collana e desideravo, in particolare,  dedicare un volume ai temi del razzismo. 

Kara è un’artista africana che ha sperimentato in prima persona la discriminazione. Kara racconta, attraverso le sue opere, le violenze e le cattiverie subite dalle popolazioni africane, soprattutto dalle donne.  Le opere di Kara stimolano i più piccoli a riflettere sulla storia e sul concetto di libertà intesa in un senso ampio. Attraverso il racconto della schiavitù l’artista affronta il più ampio tema della sottomissione. Essere sottomessi significa non essere liberi di pensare e agire per come si vorrebbe. 

Nei rapporti umani possono crearsi situazioni di potere, quando una persona prevale sull’altra. La persona più debole non è dunque più libera di agire. La possibilità di fare ciò che ci fa star bene, nel rispetto degli altri, è un diritto a cui nessuno dovrebbe rinunciare. 

Un altro motivo che mi ha spinto a scrivere un libro su Kara Walker è il fatto che l’artista, attraverso le sue opere, porta alla luce aspetti della storia che i libri, i film e le opere d’arte del passato hanno tenuto volutamente nascosto. Tra le opere realizzate da Kara con questo obiettivo c’è FONS AMERICANUS del 2019. Quest’opera è la riproduzione del Victoria Memorial che si trova a Londra difronte alla residenza reale di Buckingham Palace. 

Il monumento è un omaggio al regno della Regina Vittoria. Kara ha riprodotto il Victoria Memorial all’interno della Turbine Hall della TATE Gallery a Londra. L’opera di Kara, diversamente dal memorial, non è un omaggio al Regno della Regina Vittoria; ha l’obiettivo di far riflettere sui soprusi subiti dalle popolazioni africane durante il regno della Regina Vittoria. La storia raccontata da un altro punto di vista, attraverso un’opera d’arte, non si può dimenticare. 

Qualche mese fa a Londra ho rivisto il Victoria Memorial e non ho potuto fare a meno di pensare a Kara. L’arte contemporanea non è arte fine a sé stessa. L’arte contemporanea offre la possibilità di guardare le cose da più punti di vista per comprendere in profondità il passato e vivere il futuro con più consapevolezza.»

https://www.luciacannone.com/  

Lucia Cannone è nata a Canosa di Puglia ed è laureata in ingegneria. Vive a Torino e lavora per una multinazionale. Realizza installazioni e partecipa a fiere di arte internazionali. Illustra e scrive libri per bambini. Con Edizioni Il Ciliegio, per la collana stART, ha già pubblicato dieci volumi dedicati all’arte contemporanea. Conduce laboratori per bambini e adulti e attraverso l’arte contemporanea favorisce lo sviluppo delle competenze sociali ed emotive.



15/02/24

Riccia e Purnio di nuovo insieme

Sfide, ostacoli e nuove amicizie per conoscersi sempre di più...


Dopo la pubblicazione nel 2021 di Riccia e Purnio, in questi nuovi episodi ritroviamo i due simpatici protagonisti un po’ più cresciuti e alle prese con sfide, ostacoli e sensazioni mai sperimentate né affrontate: dall’accettazione di sé alla gelosia furiosa, dalle amicizie inaspettate nate nel folto del bosco all’emozione del palcoscenico condita da ansia da prestazione, Riccia e Purnio, sanno tenerci sempre con il fiato sospeso.

Ma come sono nate queste nuove avventure? Elena Bonetti, l'autrice del libro, racconta che: «Riccia e Purnio di nuovo insieme nasce come proseguimento “naturale” di Riccia e Purnio, pubblicato nel 2021.

Al centro dei racconti (3 episodi per libro) ci sono i due protagonisti: una riccia di nome Agata, sognatrice che adora leggere e una talpa di nome Purnio, timido e un genio dei computer.  I due si conosco una mattina perché Riccia sente delle urla nel bosco: vedendo Purnio in difficoltà lo aiuta e da quel momento diventano inseparabili.

Ho voluto costruire ciascun episodio basandomi su una tematica principale, un filo conduttore come: le bugie, l’ansia di prestazione, la difficoltà dell’accettare la propria diversità soprattutto a causa dello sguardo altrui, la gelosia nell’amicizia e il lavoro di squadra.

L'ispirazione è arrivata dalla mia esperienza personale. Lavorando, infatti, a teatro e conducendo laboratori teatrali a scuola, mi immergo nel mondo dei bambini e delle loro dinamiche. Durante questi momenti lavorativi mi è capitato spesso di osservare qualcosa che mi incuriosisce e di annotarlo; ed è così che ho arricchito i miei personaggi e i racconti.

Curiosità: come dicevo sono un’attrice e l’ultimo episodio del sequel, “Caccia al tesoro” è un omaggio al teatro. Riccia, Purnio e gli altri amici sono agitatissimi perché devono mettere in scena da lì a poco lo spettacolo di fine anno e non sanno come risolvere la situazione dei travestimenti che paiono essere spariti.

Mi piace pensare che i bambini si possano riconoscere nelle situazioni che vivono i personaggi e negli ostacoli che in qualche modo devono superare. Desidero che con i miei racconti i lettori e le lettrici possano dire: “Ok, allora non solo io mi sento così! Come andrà a finire? Se ce l’ha fatta Riccia posso farcela anche io”.

Elena Bonetti è un’attrice bergamasca laureata in Lingue e Letterature straniere. Scrive e partecipa agli spettacoli in italiano e lingue straniere de “Il Divano delle Favole”, in cui le storie costituiscono il ponte tra la realtà e la finzione scenica. Conduce laboratori anche in inglese, tedesco e francese, servendosi del gioco teatrale come strumento ludico di apprendimento. Ama leggere e passeggiare con la sua cagnolona Gretel, osservando le persone per arricchire il suo “baule dei personaggi”. Per Edizioni il Ciliegio ha pubblicato Riccia e Purnio e Il Letto Magico.



09/02/24

Il limite

 Limite come soglia, limite come orizzonte nuovo...


Una storia motivazionale indirizzata a piccoli lettori che porta a considerare cosa è un limite e a cosa serve. A presentarcelo, la sua autrice Vanessa Policicchio Rizzoli: «Quando ho iniziato a fare un po’ di ricerche per scrivere questo albo, la cosa che più mi ha colpita è il fatto che la parola non abbia un’etimologia chiara che ne esplichi il significato in modo univoco: questo termine deriva infatti da due diversi sostantivi latini ossia limes limitis e limen liminis. 

Con il primo dei termini, i latini si riferivano a ciò che per l’uomo è da ostacolo, quindi la parola assumeva un significato negativo che stava a indicare una barriera invalicabile che relegava l’uomo in una zona oltre il cui confine non si poteva giungere. 

Utilizzando il secondo dei termini il concetto assumeva una valenza del tutto differente: il limite diventava una soglia oltre la quale l’uomo era destinato a giungere in una dimensione diversa, nuova e ricca di orizzonti tutti da scoprire.

Infatti un limite può bloccare, provocare frustrazione e mettere in difficoltà. Ma può essere anche un punto di partenza, una porta da oltrepassare o un ostacolo da superare. Non senza paura, ma sempre con coraggio. Da qui è nato “Il limite”. Questo "passaggio" a volte può essere scomodo, a volte estremamente conveniente. A volte siamo noi a imporcelo, altre volte gli altri.

Quasi sempre il limite è solo dentro di noi, come un confine, e ci spinge ad osservarlo e a riflettere per capire l’importanza di averlo per poterlo superare. Un albo per grandi e piccoli, adatto in particolar modo alla fascia d’età della scuola secondaria per tutte le domande e i nodi che porta a risolvere e vestito perfetto per tutti gli sportivi.

La cosa che rende questo libro straordinario sono le originalissime illustrazioni di Elena Casiglio, realizzate interamente con la tecnica dei diorami.»


Vanessa Policicchio Rizzoli, classe 1982, è nata e vive a Latina. Medico anestesita e rianimatore, è un’appassionata lettrice. Scoperto il meraviglioso mondo degli albi illustrati, ha cominciato a
collezionarli, leggerli e infine studiarli. Ha iniziato così a immaginare e a scrivere storie sempre nuove da raccontare. Per Edizioni il Ciliegio ha scritto Brilla, illumina e risplendi! e Il Signor Meteo.
È membro di ICWA.



Dolly ha perso un orecchio

Cosa sarà successo all'orecchio di Dolly?


 
Dolly si sveglia una mattina e si accorge di aver perso un orecchio. Lo cerca in tutta la casa, ma sembra scomparso. Il lettore, pagina dopo pagina, cerca con Dolly l’orecchio perduto, che alla fine viene ritrovato nella cesta del gatto. Tutto sembra risolto, ma la storia non è finita, nell’ultima pagina si scopre infatti che Dolly non è il personaggio che appare nella prima... 
La storia ci insegna che bisogna guardare con occhi nuovi, con una nuova prospettiva. Niente è come sembra. Chi sarà allora Dolly? Ce lo racconta la sua autrice Elena Glorini...

«La storia di Dolly è nata per caso una domenica mattina. Una delle mie figlie si era alzata e mi aveva fatto notare che uno dei pon pon che fungevano da orecchie del personaggio che aveva stampato sul suo pigiama si stava staccando. Le spiaceva perché era nuovo e così mi disse: "Per fortuna l’orecchio di Dolly non si è perso". Aveva infatti deciso di dare questo nome al personaggio perché era buffo e simpatico. In quel momento mi è venuta un pensiero: e se, invece, Dolly avesse perso l’orecchio? Così è nata la storia di Dolly e della ricerca del suo orecchio. 

Ho pensato che la storia e soprattutto le immagini, avrebbero potuto coinvolgere i piccoli lettori in questa ricerca, stanza per stanza, pagina dopo pagina, fino all’epilogo finale dove ho voluto mettere un “colpo di scena” che svela chi sia in realtà Dolly: non un personaggio vero, ma l’immagine su un pigiama. 

L’idea era quella di incuriosire il lettore e spingerlo a rileggere e rivedere subito le immagini dall’inizio, non più con gli occhi di Dolly, ma con quelli della bambina. Mia figlia nel frattempo è cresciuta, il pigiama è diventato stretto, ma lo conserviamo con cura perché grazie a lui è nata questa storia.»

Elena Glorini è autrice di fiabe, racconti brevi e poesie per vari editori. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in diversi concorsi letterari. Vive in provincia di Lecco con il marito, tre figlie e una micia.