Iris è un’elefantina nata con la pelle multicolore e per questo emarginata e rifiutata dagli altri elefanti. Crescendo, scopre di poter colorare a suo piacimento ciò che la circonda, una “maledizione” che sarà la causa della sua cacciata definitiva dalla mandria degli elefanti.
Seguendo le indicazioni di Vanessa, una intraprendente e misteriosa farfalla, l’elefantina viaggia fino alla selva nella speranza di trovare una soluzione al suo problema. Dopo vari incontri e avventure, tuttavia, il potere speciale di Iris da “maledizione” diventerà “talento” e le consentirà di trovare la fiducia e la stima in sé stessa.
Leggiamo cosa ci ha raccontato Gabriele Bovi, autore di questa dolcissima storia:
"Il ragionier Bianchi, che viaggiava molto per lavoro, quando era lontano da casa, tutte le sere alle nove in punto chiamava al telefono la sua figliola e le raccontava una favola della buonanotte. Era il suo modo per starle vicino, colmando la distanza con le parole che davano forma alla sua fantasia, e farle sentire quanto fosse importante per lui. Queste fiabe, narrate da Gianni Rodari nel suo libro "Favole al telefono", hanno accompagnato la mia infanzia e mi hanno fatto appassionare alla lettura, che inevitabilmente apre la mente e stimola la creatività. Come lo stesso Rodari suggeriva in "Tante storie per giocare", proponendo tre finali diversi per ogni storia e invitando poi i bambini come me allora a inventarne di nuovi.
Molti anni dopo, durante la quarantena impostaci dalla pandemia del 2020, mi sono ritrovato mio malgrado nei panni del ragionier Bianchi, lontano da mia figlia, che era ancora molto piccola. Al di là delle videochiamate, come accorciare le distanze e lasciarle un segno che fosse qualcosa di speciale per lei? È nato così "Iris", da un’idea spuntata inaspettatamente tra una piantina di pomodoro innaffiata e una di cetriolo piantata; una storia che è poi cresciuta in modo imprevedibile, con illustrazioni ispirate a un grande artista che a sua volta mi era molto familiare quando ero bambino: Quentin Blake.
Iris, un'elefantina che già nel nome (viene dallo spagnolo, “arcoíris”, ovvero “arcobaleno”) era predestinata al suo talento eccezionale, quello di poter dare colore alle cose a suo piacimento. Peccato che appena nata, essendo lei stessa multicolore, non viene accettata dalla mandria di elefanti e ne viene infine cacciata. Ma come a volte succede anche nella vita reale (se ci pensate bene, vi sarà capitato di sicuro), quando ci si trova in un frangente complicato e sembra che ogni speranza sia persa, arriva un aiuto inaspettato a cambiare la situazione.
Nel caso di Iris è Vanessa, una variopinta e intraprendente farfalla che riesce a infondere nell'elefantina una nuova fiducia in sé stessa, e la guida lungo un percorso che la porta a scoprire l'amicizia e l'altruismo. È infatti solo grazie all'aiuto di Iris e dei suoi nuovi amici Calma, il bradipo che invano cerca di fare ritorno alla sua terra lontana, e Coral, il serpente corallo che fa paura a tutti, che gli animali della Città riusciranno a combattere la misteriosa malattia che minaccia l'umanità.
In attesa che mia figlia crescesse abbastanza per poter leggere da sola "Iris", altre persone hanno letto questa storia e l'hanno apprezzata, tanto che adesso – e un po’ mi stupisce perché non l'avevo allora previsto – è diventato un libro che potrà stimolare la fantasia di tanti altri bambini, e chissà, forse anche di noi grandi, che troppo spesso ci dimentichiamo delle cose più semplici, che sono anche quelle più importanti.
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Gabriele Bovi |
Gabriele Bovi, comasco, ha vissuto molti anni in Amazzonia, dove hanno preso vita i libri Pucallpa, la città della terra colorata. Immagini e racconti dall'Amazzonia del Perù (2014) e Ombre nere su terra rossa (2024). Due volte vincitore del premio "Esperienze in giallo", ha esordito nella narrativa per l'infanzia con Tutta colpa delle gelatine alla frutta (2005).
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