Lisa Alemanni, laureata in Lettere classiche in crisi esistenziale, vive a Senigallia, dove possiede un vecchio faro in disuso. Qui ospita nei fine settimana James Lisert, uno psicologo alla ricerca di se stesso. Con lui inizia un percorso di psicoterapia basato sull’introspezione e l’interpretazione dei sogni. Lisa riuscirà ad acquisire fiducia in se stessa e deciderà di adibire il faro a B&B. James, terminato il suo ruolo, tornerà a Roma. Ma il forte legame che si è stabilito tra loro li porterà a ritrovarsi al faro, tre anni dopo.
Ecco cosa ci ha raccontato la sua autrice Valeria Villahermosa:
"Ho scritto questo libro alcuni anni fa, quando ancora meno di oggi, e con più reticenza, si parlava di salute mentale e psicoterapia.
In quel periodo mi ero appassionata alla psicologia analitica di Jung e quasi naturalmente aveva iniziato a emergere questa storia, che pian piano prese forma. Volevo raccontare una forma di terapia che fosse accessibile e che non partisse da una diagnosi precisa, né da un “caso clinico”. Per me era importante restituire l’idea che la psicoterapia potesse essere utile a chiunque sentisse il bisogno di comprendere meglio sé stesso o superare particolari periodi difficili.
Lisa, la protagonista, infatti, non ha una patologia dichiarata, ma vive un malessere esistenziale profondo, paralizzante, che chiunque può aver sentito, anche solo in parte. Più che spiegare o etichettare, mi interessava far sentire: il peso delle giornate che si somigliano tutte, l'incomunicabilità con gli altri, la paura di scegliere, il dolore muto per un lutto mai superato, i problemi di autostima, il tentativo di cambiare e fallire, e poi riprovare.
Tutto cambia per Lisa quando, quasi per caso, incontra James, uno psicoterapeuta in pausa da sé stesso, arrivato al faro per ritrovare un po’ di silenzio. Da quel momento, due solitudini iniziano a dialogare.
Nel costruire questa storia, inoltre, sono partita da un bisogno personale. Io leggo da sempre per cercare comprensione e conforto. Nei libri ho trovato spesso quel tipo di empatia che a volte nella vita reale sembrava mancare. Con questo romanzo ho sperato, nel mio piccolo, di poter restituire a chi legge uno spazio in cui sentirsi accolti, non giudicati e, mi auguro, compresi.
Proprio per questo, le atmosfere del romanzo sono costruite volutamente in modo raccolto, intimo. Amo i luoghi narrativi dove anche gli oggetti sembrano avere un’anima gentile. Nonostante i disagi profondi della protagonista, ho voluto che il contesto – la casa, gli animali, le abitudini, la lentezza – agisse come un personaggio buono, protettivo, quasi curativo.
L’intera vicenda si svolge lungo la costa marchigiana a Senigallia, in una cittadina di mare e all’interno di un vecchio faro ormai dismesso decisione nata da questo desiderio, dal creare uno spazio particolare e significativo ma anche paradossale perché nel mio romanzo, la luce non viene dal faro, ma dai personaggi stessi. Dalla loro fragilità, dalle relazioni, dal tentativo di guarire e di cercare una via, anche senza certezze.
Perché la luce, a volte, arriva dai luoghi più impensati.
E forse è proprio lì che vale la pena cercarla.
Valeria Villahermosa nata il 21/08/1991 a Senigallia (AN), dove attualmente risiede. Laureata alla Sapienza in Editoria e scrittura, svolge la professione di impiegata e si occupa di progettazione con i fondi europei.
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