Ecco cosa ci ha raccontato l'autore del libro Paolo Pajer, su come è nata questa bellissima storia: "Questo romanzo nasce da personaggi, luoghi e vicende già tracciate in un precedente lavoro: Per altre vite (sempre pubblicato con Il Ciliegio, nel 2017), accolto con favore da critica e lettori.
Marco Andrade è un assistente sociale che non si sente affatto un eroe, ma che cerca di mettere il cuore nel lavoro e nelle cose che fa. La sorte gli fa trovare sul suo percorso diversi personaggi, per lo più femminili, per lo più stelle in quel cielo meraviglioso che è la vita.
Con queste stelle Marco cercherà di relazionarsi, non sempre con successo, ma come nel romanzo che costituisce il prequel di Nina e le altre stelle, lui è spettatore di un universo straordinario, quello della donna. La preclusione di genere gli impedisce di varcare il confine psicologico e capire da dove nasca la polvere magica che le stelle lasciano dietro di sé. Stelle al femminile, stelle che nascono e che muoiono, stelle che incantano e che non lasciano mai indifferenti.
La stesura di Nina e le altre stelle è stata piuttosto rapida: mi sono serviti pochi mesi per mettere su carta una serie di episodi della vita di Marco che spaziano dal professionale al volontariato nella Protezione Civile, dal privato affettivo al rapporto con la nipote Nina.
Era tutto pronto, dentro di me le nuove sequenze della vita di Marco e delle sue stelle si sono formate nel corso di qualche anno, ma a un certo punto hanno solo voluto essere raccontate.
Ho provato una specie di urgenza nel dover trasformare in scrittura - forse la metafora di dare alla luce, di dare la vita - altre vicende della vita di Villa Rivero, il luogo dove ho ambientato tutti i miei romanzi. Luogo inesistente ma uguale a ogni posto dove viviamo. Luogo dove possono accadere cose bellissime e terribili quasi allo stesso tempo.
Anche in questo libro ho cercato di seguire quella che credo ormai sia la mia cifra stilistica: realismo condito da ironia, plausibilità con un certo retrogusto grottesco, drammaticità pur con il sorriso, benché amaro. Ricerca di quel ritmo che agevola la lettura, scelta della parola adatta per evocare quella esatta emozione ricercata.
La coesistenza di stili differenti, il passaggio da atmosfere intime e grevi ad altre più aperte e leggere -leggere, ma mai superficiali - potrebbe essere uno dei limiti di uno stile, ma mi rendo conto che sta diventando pian piano una precisa impronta, un mio riferimento identitario che cerca di replicare ciò che incontriamo tutti i giorni nella nostra vita.
Perché nella scrittura, o nella lettura - che è l’altro lato dello specchio formato dalle pagine di un romanzo - cerchiamo alla fine frammenti di noi stessi, e la vita è il luogo dove tutto accade."
Paolo Pajer |
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